Con l’inizio della bella stagione ricominciano i flussi migratori e gli sbarchi. Non bisogna dimenticare la rotta balcanica.
Era ampiamente prevedibile ed è successo. Lo sappiamo benissimo tutti che con l’inizio della bella stagione, i flussi di Migranti che scappano dalla miseria, dalla fame, dalla guerra e dalle carestie aumentano a dismisura sulla rotta balcanica. Negli ultimi anni gli sbarchi a Trieste (perché sono assolutamente identici a quelli del Mediterraneo) sono decuplicati. I dati statistici sono lì, implacabili a ricordarcelo. Ogni estate l’onda migratoria travolge Trieste, come la mareggiata di fine settembre. 90 cittadini stranieri in un solo giorno – in condizioni disumane – sono stati quel pugno nello stomaco che ha risvegliato tutti dal torpore del COVID-19. Su una fase in cui l’imperativo per tutti i cittadini era stare a casa, i migranti spuntavano da tutte le strade che, dal confine con la Slovenia portano al centro città, nonostante la presenza di 150 militari dedicati a contenere il fenomeno. Tutto ciò avviene nel pieno dell’emergenza COVID-19; una massa di persone disperate che già dalle prime ore del mattino aveva impegnato le scarsissime risorse della Polizia di Frontiera a cui, si sono aggiunte quelle della Polizia Scientifica, della Polmare e della Questura. Un lavoro immane fatto di umanità ed abnegazione e spirito di servizio messo in campo da tutti i colleghi.
Scarsi i presidi di sicurezza, le tute per la prima linea, gli occhiali antispruzzo, i gel disinfettanti, le mascherine di tipo adeguato quelle FFP3, e così nel mezzo della pandemia, dichiarata dall’OMS, i poliziotti rischiano la vita loro e dei loro cari. La continua promiscuità dei contatti potrebbe – per ipotesi – essere foriera di contagi da parte di personale asintomatico che dopo ore ed ore a contatto con il mondo migranti e i colleghi stessi di altri presidi, ad oggi non ha ancora mai fatto un tampone. A Trieste servono immediatamente delle strutture adeguate, organizzate sul modello del triage ospedaliero. Serve un iniezione sostanziosa di personale (solo in seno alla Questura abbiamo perso 100 poliziotti negli ultimi 15 anni che non sono mai stati rimpiazzati). Abbiamo bisogno di professionisti del settore immigrazione/frontiera e fotosegnalatori (anche aggregati per la sola stagione estiva). È impensabile affrontare l’onda migratoria con i mezzi e le risorse attuali. Servono strutture idonee ove inserire questi significativi arrivi quotidiani dall’ampio fronte carsico in cui, poter lavorare in sicurezza. Abbiamo bisogno di standardizzare i protocolli di sanificazione ed ozonizzazione delle strutture e dei mezzi. Abbiamo l’assoluta necessità di creare una task force dedicata ai soli rintracci. Abbiamo bisogno di un mezzo capiente e strutturato che consenta di poter soccorrere e trasportare in sicurezza almeno 30 migranti per volta senza lasciarli vagabondare per le strade in assembramenti contra legem; Un mezzo dotato di una cellula divisa dal conducente.
Abbiamo l’assoluta necessità di avere dei macchinari più veloci per il fotosegnalamento in tutti i presidi di riferimento; Dobbiamo potenziare le strutture informatiche in modo da evitare lunghe attese. La salute e la sicurezza dei colleghi non è recessiva rispetto a qualsivoglia spesa. Siamo arcistufi di leggere trilioni di carte, circolari, ordinanze, ordini, disposizioni a cascata che muovono nella direzione della sicurezza, senza occuparsi mai di chi deve sganciare i danari. Omo sine pecunia imago mortis, ed è proprio ciò a cui andremo incontro se non si investirà le dovute risorse nella tanto declamata sicurezza.
Ancora, qualcuno deve farsi carico di dove alloggiare queste persone perché con questi numeri e le scarne capacità ricettive di una piccola regione, non si va molto lontano. Il rischio è quello di creare dei lager, delle polveriere sanirtarie in cui, agglomerati umani si passano l’un l’altro ogni tipo di malattia, coronavirus compreso.
Roma deve comprendere che Trieste esiste, che questa è una porta sul mondo orientale, che non è possibile blindare alla stessa stregua del confine marino e che se non verranno date velocemente risposte fattuali e concrete l’onda migratoria ci travolgerà con conseguenze difficilmente pronosticabili.
Fabrizio Maniago
Segretario Siulp Trieste
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