La natura nei suoi diversi aspetti e nelle sue molteplici manifestazioni: questo racconta l’opera pittorica di Alberto D’Alessandro a cui interessa tanto il segno quanto la materia, su cui agisce la luce, i riflessi e i riverberi. Nato nel 1946 a Pignataro Interamna - dove vive in provincia di Frosinone, città in cui ha frequentato il liceo artistico negli anni Sessanta - l’artista viene da un territorio dove sono ancora presenti ed evidenti i segni devastanti della guerra, manifestando molto presto un interesse e una attitudine per il disegno. Frequenta giovanissimo lo studio dell’artista locale Giuseppe Bellini da cui impara alcuni importanti principi delle tecniche artistiche: la pittura a olio e la scultura in cartapesta, la decorazione e la stampa in camera oscura. Negli anni Settanta frequenta l’Accademia di belle arti di via Ripetta a Roma, aderisce alla ricerca espressiva del movimento artistico “Nuova Figurazione”, termine con cui si intende quell’area di ricerca che, emersa alla fine degli anni Cinquanta, ha voluto conciliare le istanze del realismo con un linguaggio pittorico contemporaneo, autonomo sia dal realismo socialista che dalle poetiche dell’informale. Alcuni tra i maggiori protagonisti di questo movimento sono stati Francis Bacon e Alberto Giacometti e gli italiani Vespignani, Gianfranco Ferroni, Giuseppe Guerreschi. Sono cresciuti tutti nell’ambito del realismo esistenziale dell’immediato dopoguerra, rappresentando con immagini crude un disagio esistenziale e sociale. La “Nuova Figurazione” ha trovato tra i suoi padri ispiratori un personaggio già attivo tra le due guerre, Alberto Ziveri, testimone di una realtà letta senza ideologie, come puro evento quotidiano. A livello internazionale, personalità come James Mc Garrell, Gilles Aillaud, William Bailey hanno contribuito ad ampliare lo spettro degli interessi tematici e stilistici di questa tendenza, giungendo spesso a confrontarsi con altri movimenti quali la pop art, l’iperrealismo, o riscoprendo grandi maestri dimenticati dalle avanguardie come Bonnard o Balthus.
Dopo l’adesione iniziale a Nuova Figurazione, successivamente se ne distacca per dedicarsi con maggiore impegno ad una specifica e personale ricerca del colore che diventerà il filo conduttore di tutta la sua produzione artistica successiva. E che appare evidente anche nelle sue ultime e più recenti mostre: Divagazioni, Cromatismi, Cromie. I soggetti che ricorrono sono alberi, cespi, traslazioni, espansioni.
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