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Ottobre-Novembre/2008 - Laboratorio
La catena corta
di Augusto Pilia - Segr. Silp-Cgil - Fiumicino (Rm)

Tenere legato il proprio cane con una catena troppo corta fa soffrire l’animale e non fa onore al padrone, specie se il quadrupede è fedele e mansueto; se poi, non ancora satollo, l’uomo continua ad infierire con rimproveri e punizioni, allora si palesa tutta la sua mediocrità morale, lenita solo dall’esaltazione che prova quando esercita il potere di tormentare altre creature. Con la catena troppo corta, dopo numerose e immotivate bastonature, anche un docile bracchetto alla fine, esasperato, ringhia e azzanna, suscitando la comprensione e la simpatia di chi osserva.
In occasione della partenza del Papa, il dirigente, mentre sovrintendeva con perizia ai vari servizi di sicurezza e rappresentanza, ha trovato il tempo e le motivazioni per richiamare due devoti colleghi rei di trovasi in prossimità dell’aereo papale, senza essere stati da lui comandati, e colpevoli di aver lasciato il proprio ufficio sguarnito per un tempo paragonabile a quello necessario ad un caffé. Premesso che l’ufficio di appartenenza non era affatto sguarnito, vista la presenza di un sottufficiale e vari agenti, non riusciamo a credere che ormai alla Polaria la catena sia così corta. Finanche gli operai di A.di R. godono di una libertà tale da consentire loro di accantonare per qualche minuto le proprie mansioni per osservare da vicino gli amati beniamini del mondo dello spettacolo e dello sport, e i capannelli di curiosi che noi dobbiamo tenere a distanza lo dimostrano; nessun dirigente A.di R. si sognerebbe di rimproverare i propri trattoristi perché si sono fermati a guardare “er Pupone” che scende dalla scaletta, ma il nostro è di tutt’altra tempra: pugno di ferro in guanto d’acciaio! A proposito di Totti, altrettando zelo e distacco non si sono osservati quando il capitano della Roma, transitando da Fiumicino, ha firmato un autografo ad un collega (conoscente del calciatore), commissionato con insistenza proprio dal “nostro” con tanto di presentazione ad una trepidante giovane fan in divisa e con le spalline riccamente decorate.
Certamente il rimprovero ai due colleghi non ci sarebbe stato se il cerimoniale pontificio consentisse al Papa di firmare autografi; in questa eventualità forse il “bastonatore” si sarebbe distratto e senza accorgersene, avrebbe lasciato che la catena fosse un po’ più lunga infondendo in tutti noi una grande “cioia”. Lanciamo un appello alle alte sfere ecclesiastiche per modificare l’etichetta vaticana oppure, in subordine, per far coincidere le partenze del Santo Padre con quelle della Roma!
Stultitia maxime soror est malitiae (la stoltezza è soprattutto sorella della malvagità).

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