Nella giornata di ieri, presso il Dipartimento di P.S. del Ministero dell’Interno, si è tenuto l’esame congiunto fra parte pubblica e i sindacati della Polizia di Stato, per affrontare e discutere lo “scellerato” Piano di razionalizzazione della Polizia Stradale, che prevede per il Piemonte le chiusure dei distaccamenti di Borgomanero (NO), Ceva (CN) e Domodossola (VB). La delegazione dell’Amministrazione ha presentato il suo progetto che non prevedeva, per loro, l’ascolto e la considerazione della replica dei sindacati, presentando, a giustificazione delle loro scelte scellerate solo i “punti deboli”, senza presentare e/o considerare i possibili “punti forti”, in caso di ripianamento degli organici. Gli uffici indicati, per Loro, vanno chiusi e basta, dopo essere stati la causa del loro “depauperamento”, si sono presentati in riunione accusandoli di essere “improduttivi”. Quindi, gli stessi che hanno inoculato il virus (depotenziamento), si sono presentati come salvatori del “corpo”, ormai ammalato, con il loro vaccino/antidoto (chiusura). Infatti, le accuse sono volte al fatto che in quell’Ufficio: sono rimasti solo 8 appartenenti (ovvio, nel 2011 erano diciassette, da allora ad oggi sono stati trasferiti ad altre sedi, e in quiescenza/pensione 9 appartenenti senza essere mai reintagrati – virus/antidoto); – nel 2019 hanno garantito, in media, solo 1,2 pattuglie al giorno (ovvio, con 9 appartenenti in meno e, dei presenti, per corsi di avanzamento di qualifica in 3 sono stati assenti per 3 mesi – virus/antidoto); – nel 2019 hanno rilevato solo 45 incidenti stradali (ovvio, con 9 persone in meno e le pattuglie quotidiane, quasi sempre dirottate sulla viabilità autostradale A/4 e A/26, rispetto a questo dato bisogna considerare che, anche in caso di rilevamento di incidente stradale in ambito autostradale, lo stesso resta in carico agli uffici PolStrada di quella tratta - virus/antidoto). La parte pubblica, molto “probabilmente”, non aveva nessuna intenzione di prendere in considerazione i “punti forti” a sostegno del loro mantenimento, portati dalla nostra Segreteria nazionale. A questo punto mi chiedo a cosa serva partecipare a tali farse, ove la presenza dei sindacati serve, alla parte pubblica, solo per la legittimazione delle loro “scelleratezze”, quando tutto viene poi rimesso alla decisione del Capo della Polizia, unico nostro interlocutore a livello nazionale. Analoghe valutazioni, con leggere differenze, sono state addotte dalla parte pubblica anche per la chiusura degli altri due uffici piemontesi. Il Siulp novarese, continuando a considerare il mantenimento del presidio borgomanerese strategico per l’impianto sicurezza di questa provincia, per la mattina del giorno 14 e per il pomeriggio del giorno 15 pp.vv., ha organizzato in Borgomanero (NO), nella locale Piazza Martiri della Libertà, un presidio con gazebo per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica attraverso una raccolta firme. Il Sindaco di Borgomanero Sergio Bossi, ha già garantito il suo personale sostegno e quello di tutta l’Amministrazione comunale per la buona riuscita dell’iniziativa, in attesa della convocazione di un Consiglio comunale d’urgenza per pronunciarsi a sfavore della chiusura del Distaccamento della Polizia Stradale borgomanerese. Invitiamo tutta la cittadinanza a presentarsi presso il nostro gazebo e partecipare attivamente al dissenso apponendo la loro firma. Il Siulp novarese, per l’ennesima volta, oltre a chiedere la non chiusura di tale importante e strategico ufficio, chiederà che sia elevato da Distaccamento a SottoSezione ordinaria, che prevede un reale e sostanziale rafforzamento al fine di avere un Ufficio che dalla sua naturale posizione baricentrica possa garantire h24 un servizio di prevenzione e di sicurezza in tutto il centro nord della Provincia novarese. Chiederemo anche al Prefetto ed al Questore che, in quest’Ufficio, si insedi un ufficio distaccato della Questura che possa garantire, anche solo due giorni la settimana, i servizi amministrativi che solo la Polizia di Stato, per legge, può elargire (passaporti, permesse di soggiorno, porto d’armi) ai 55 comuni del medio novarese.
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