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Gennaio-Febbraio/2019 - Panorama sindacale
Cesena, la città più videosorvegliata d’Italia...
di Ugo Vandelli Segr. Reg. Equilibrio Sicurezza - Emilia Romagna

Mai come ora la parola “sicurezza” è al centro del dibattito politico e pubblico. Sempre più spesso i giornali e i media riportano notizie riguardanti rapine, furti, vetrine spaccate, atti vandalici, truffe e aggressioni. Di conseguenza il senso d’insicurezza cresce. Malgrado ciò, ancora oggi, c’è qualcuno che continua ad affermare, statistiche alla mano, che il rischio sicurezza non è un problema reale ma un fattore di percezione. E’ veramente così?
Al di là delle statistiche, pare proprio che i cittadini la pensino diversamente, e sottovalutare la questione sicurezza non può che portare a conseguenze politiche e sociali gravi. Per quanto riguarda l’aspetto politico, gli elettori hanno dato un segnale molto chiaro attraverso il voto alle ultime elezioni. Infatti i risultati migliori li hanno ottenuti quelle forze che hanno messo al centro del proprio programma il tema sicurezza, parlandone in maniera chiara e diretta - anche con toni forti - con l’obiettivo di arrivare alla pancia degli elettori. Per le dinamiche sociali i cittadini sono sempre più attenti e consapevoli che partecipare attivamente può dare ottimi risultati. Basti pensare alla vigilanza nei quartieri tramite il controllo di vicinato; così come i progetti di collaborazione tra amministrazioni locali, forze di polizia e abitanti sono vincenti. In alcuni casi i residenti dei quartieri più a rischio si riuniscono e, pagando di tasca propria, si rivolgono anche agli istituti di vigilanza privata.
A Cesena esiste, da qualche tempo, un’attività di controllo del territorio, attuato in maniera autonoma dai cittadini, con l’utilizzo di mezzi tecnologici, quali i social network e/o le chat con l’applicazione per cellulari tramite Whatsapp. Dopo la firma del protocollo d’intesa siglato con la prefettura di Forlì, che s’impegna a sostenere il progetto attraverso il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, il Comune di Cesena si prepara, anche se in leggero ritardo sui tempi, a varare il “Controllo del Vicinato - Occhi aperti su Cesena”. In parallelo l’amministrazione cesenate è focalizzata sul progetto delle 450 telecamere di video-sorveglianza cittadina che a breve la faranno diventare la città più sotto sorveglianza d’Italia. Altre località limitrofe sono già operative da qualche tempo con il controllo di vicinato. Infatti i loro sindaci hanno da subito riconosciuto la validità di tali esperienze, ritenendo il fenomeno un’opportunità da sfruttare per il bene della collettività.
Per maggiore chiarezza va rilevato che il controllo di vicinato non prevede ronde e/o interventi attivi in sostituzione delle forze dell’ordine. Il compito dei cittadini coinvolti nel programma, adeguatamente preparati durante incontri con esperti delle agenzie di sicurezza, è quello di svolgere un’attività di osservazione per poi segnalare ogni informazione utile alle forze di polizia tramite i propri coordinatori. Mentre per le emergenze, ovviamente, la segnalazione deve avvenire con urgenza tramite il numero unico 112. Inoltre i residenti delle zone prese in esame, durante la giornata, devono prestare attenzione a ciò che accade attorno a loro e segnalare le situazioni insolite. Ad esempio, annotando i numeri di targa di persone sospette non conosciute.
Nelle aree soggette a questo tipo di controllo coordinato le amministrazioni hanno adottato una corretta segnaletica esplicativa a supporto. Tutto nasce dalla consapevolezza che la mutata situazione socioeconomica, l’aggravarsi e la sensazione d’insicurezza che serpeggia tra i cittadini, suggerisce l’opportunità di adottare nuove strategie attraverso un razionale ricorso a tutte le risorse disponibili.
Diversi studi hanno rilevato una diretta correlazione tra disagio sociale, degrado dei comportamenti, fenomeni di pericolosità e allarme sociale, un mix pericoloso che minaccia in particolare le fasce più deboli e vulnerabili della popolazione, come anziani, donne e minori. Da qui l’esigenza di rafforzare le forme in cui si manifesta la sicurezza partecipata, favorendo ogni possibile ampliamento della collaborazione tra le amministrazioni pubbliche e la società civile, coinvolgendo ogni organizzazione operante sul territorio comunale e valorizzando l’impegno dei cittadini per rimuovere quei fattori di disordine e degrado che incidono - anche in termini di qualità percepita - sulla domanda di sicurezza.

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