Diario di viaggio nel Maine (Usa) alla scoperta
dei luoghi che hanno ispirato Stephen King.
Con un’attenzione particolare alle location
dei film tratti dai libri dello scrittore
Sono le 8,50 circa di una calda mattinata di provincia. Sto cercando nervosamente di trovare una posizione comoda sulla sedia a dondolo della veranda di un motel. Una di quelle che si vedono nei film americani, dove il protagonista sorseggia una limonata mentre racconta ai nipoti storie di guerra e di amicizia. Siamo già in viaggio da qualche giorno, stiamo attraversando il Maine col nostro furgone nove posti, ma oggi la giornata è di quelle importanti e l’attesa è grande. Il sole è già alto in cielo e i tir sfrecciano potenti sulla superstrada poco distante. C’è una leggera ma piacevole brezza che accarezza la pelle.
Siamo a Bangor, e ci sta venendo a prendere Stu, della SK Tours of Maine. E’ un amico personale di Stephen King, nonché suo biografo; oggi ci porterà con il suo pulmino a fare un giro alla scoperta dei luoghi che hanno ispirato le opere del famoso scrittore. Un tour di tre ore che toccherà anche alcune location di film tratti dai libri del Re.
Stephen King, classe 1947, ha all’attivo più di 70 opere tra romanzi e raccolte di racconti, alcune pubblicate con lo pseudonimo di Richard Bachman. Considerato, forse in maniera riduttiva, il Re dell’horror, è in realtà una delle penne più geniali e prolifiche del Dopoguerra; capolavori quali It, L’ombra dello scorpione, La zona morta, Il gioco di Gerald, Misery, Shining e Il Miglio verde sono entrati di diritto nell’immaginario collettivo. E il numero di adattamenti cinematografici tratti dai suoi romanzi è impressionante, paragonabile solo a mostri della letteratura quali W.Shakespeare, A.Christie e A. Conan Doyle.
Sono da poco passate le 9 quando vediamo in lontananza arrivare un furgone bianco con il volto di Pennywise (l’entità malefica di It) stampato sul fianco: Stu è un signore paffutello di mezza età, che parla uno slang americano veloce ma tutto sommato comprensibile. Si parte!
La prima tappa è all’interno del cimitero comunale di Bangor, dove è stato partorito l’inquietante Pet Sematary: una storia disturbante di ritorni dall’oltretomba, tra gatti demoniaci e maledizioni indiane. Il film del 1989 non è stato all’altezza delle aspettative, ma è previsto un remake nel 2019. Siamo sorpresi, sembra un luogo fuori dal tempo dove i residenti vanno a correre, passeggiare o fare picnic; un posto dominato dal verde e dagli squirrel, scoiattoli di grossa taglia, custodi di una inspiegabile armonia. Ci soffermiamo davanti alla lapide di una donna scomparsa prematuramente, che catturò l’attenzione del giovane King tanto da dare il suo nome alla protagonista del suo primo libro, Carrie. L’esordio, una vicenda soprannaturale che vedeva l’adolescente Carrie vendicarsi delle umiliazioni subite a scuola, fu un successo talmente clamoroso e scioccante, che i diritti furono subito acquistati da Hollywood e affidati al regista Brian De Palma.
Stu ci conduce poi verso i luoghi di It, il libro da molti considerato il miglior lavoro dello scrittore; ambientato nella cittadina immaginaria di Derry, che è una proiezione di Bangor, vera protagonista del racconto. In ogni romanzo infatti, King dedica una meticolosa cura al territorio in cui la storia nasce e termina, attraverso la descrizione dinamica dei luoghi associata al background dei personaggi. In It, in particolare, il luogo non è lo sfondo della storia, ma ne rappresenta l’essenza stessa.
Ci troviamo così a camminare lungo i barren, canali d’acqua del fiume Kenduskeag e tutti noi abbiamo la sensazione che il Pagliaccio improvvisamente possa sbucare da uno dei tunnel. Visitiamo in rapida sequenza la cisterna cittadina, la biblioteca comunale e Jackson Street, tutti luoghi nei quali l’entità maligna si manifesta, quanto nel romanzo tanto nel film. Il remake di It è stato campione di incassi della stagione 2017 e ha sviluppato in maniera più approfondita le tematiche del libro, rispetto al film tv del 1990.
Stu parla molto e soddisfa tutte le nostre curiosità, si ferma a comprare marshmallows da offrirci e ci racconta lati inediti di King, un uomo dedito alla beneficenza, partecipe della vita cittadina, che conduce una esistenza tranquilla e abitudinaria. Sua moglie Tabitha fino a metà anni ’90 lavorava part-time in un fast-food in paese e si è impegnata, assieme al marito, a finanziare la ricostruzione di parte dell’ospedale della contea. Cominciamo a guardarci intorno, sappiamo che il Re ha un cagnolino e ama portarlo a passeggio. Poi, poco dopo aver oltrepassato il drugstore dove King ogni mattina va a rifornirsi di tabacco e filtri, una magione rossa si allunga alla nostra destra, proiettando un’ombra prepotente su un lungo viale alberato.
Stu ci ha fatto una sorpresa: siamo davanti alla residenza di King. Scendiamo, ci sentiamo come i ragazzini del Club dei Perdenti, intimoriti ed emozionati. Due palloncini rossi (regalo che il pagliaccio It fa ai bambini per avvicinarli) sono legati al cancello principale; curiosiamo un po’ in giro, con discrezione e parlando sottovoce, per non disturbare la quiete del luogo.
Il tempo di scattare qualche foto e chiacchierare con altri fan incontrati sul posto ed è già tempo di ripartire, portandoci dentro la sensazione di aver vissuto per qualche ora in un racconto del Maestro.
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