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Ottobre/2018 - L'angolo del 'giallo'
Premio letterario Franco Fedeli
Il 6 novembre la premiazione
di

Due dei tre titoli rimasti in gara
sono ambientati nella Roma e Palermo di oggi.
Il terzo sulle rive del lago Maggiore
nel 1932, in piena era fascista

Il Siulp di Bologna organizza la 19esima edizione del “Premio Fedeli” dedicato alla narrativa poliziesca. La premiazione si svolgerà il 6 novembre, al termine della tavola rotonda dedicata a “Devianze e dipendenze nel complesso mondo degli adolescenti del terzo millennio”.
Il riconoscimento ricorda dal 1997, anno della sua scomparsa, il giornalista Franco Fedeli, fondatore e direttore della nostra rivista, tra i principali promotori del confronto che portò, nel 1981 al varo della Legge di riforma della Polizia che ne consentì la smilitarizzazione e la modernizzazione.


I TRE FINALISTI

EUGENIO GIUDICI- Intrigo sul lago dorato (Eclissi ed. - 2017)
T re luglio 1932. Un nuovo e strabilante motoscafo, il Sagitta Maris, sta per essere completato. L’ingegner Guido Faini, responsabile della motorizzazione, e Torquato Maggiore, progettista dello scafo, sono scomparsi.
Il Servizio Informazioni Militari è in all’erta e coopta Saro Di Matteo per le indagini.
Ne nasce un intrigo sulle opposte sponde del Lago Maggiore, dove si mescolano tensioni internazionali e storie di disagio mentale attraverso cui non è facile per il commissario districarsi.
Il titolo vuol essere un omaggio al famoso film del 1981 dove un adolescente, Billy Ray, ha bisogno di un nonno affettuoso che lo prenda per mano e, come qui fa il commissario, lo aiuti a diventare una persona responsabile.

ROMANO DE MARCO - Se la notte ti cerca (Piemme ed. - 2018)
Il brutale omicidio di Claudia Longo, single cinquantenne, nell'esclusivo quartiere Parioli, a Roma, sembra opera di un amante occasionale. Uno dei tanti che la donna era solita ospitare in casa. L'unica a non pensarla così è il commissario Laura Damiani, tornata nella capitale dopo una devastante esperienza lavorativa a Milano. La poliziotta scopre delle connessioni fra quell'omicidio e le morti, apparentemente accidentali, di altre donne sole. Le vittime erano tutte clienti di un raffinato locale per incontri, nel quartiere Eur, il Single. L'unico modo che Laura ha per vederci chiaro è infiltrarsi nel locale, come cliente, all'insaputa dei suoi superiori. Sarà l'inizio di un viaggio allucinante nei misteri di una vita notturna fatta di trasgressione, vizio, segreti innominabili. Laura avrà l'occasione di guardare dentro se stessa e misurarsi con la propria solitudine e i fantasmi di una esistenza perennemente al bivio fra la totale dedizione al lavoro e la scelta di una vita personale più appagante. Ma dovrà fare i conti anche con un'altra realtà: c'è ancora un assassino in circolazione. E il suo prossimo obiettivo sembra essere proprio lei...

GIAN MAURO COSTA - Stella o croce (Sellerio ed. - 2018)
APalermo, in una grande strada del centro, una signora gestisce una bottega di parruccaia. E una donna gentile, bravissima nella sua arte che le ha donato una notorietà cittadina, saldamente affermata in una clientela formata da artisti, donne sotto terapie invasive, travestiti. Ha spesso verso le sue clienti una tenerezza particolare che l'ha fatta considerare da alcune di loro quasi un angelo; copre alopecie con parrucche d'artista, ma le sue cure sono talvolta un balsamo psicologico. Un giorno, questa signora senza un nemico al mondo, viene trovata uccisa, in un modo sanguinosissimo, nella sua bottega sulla via trafficata. Mistero totale. La polizia avvia le indagini: i tanti clienti, possibili stranezze delle loro vite, il mondo del teatro, angoli oscuri nel lavoro. Ma la scarsezza dei risultati spegne l'ingegno investigativo. Per un caso, per una amicizia comune, se ne incuriosisce Angela Mazzola. È una ragazza di periferia. Fa la poliziotta. Semplice agente della Mobile, ma "già ne aveva fatta di strada dal suo quartiere di origine Borgo Nuova". Da lì, figlia di un panettiere della zona, poteva uscire in molte maniere, ma improbabilmente come "sbirra". Bella, contenta di sé, solerte negli incarichi che le affidano (mediocri in effetti), non è una inflessibile paladina della giustizia e nemmeno una palestrata supereroina: è solo assetata di tutto quello che la vita può avere in serbo per lei. È questo desiderio, questo istintivo entusiasmo, il motivo che la butta nel caso del "delitto della parruccaia". La sua è un'indagine privata, "approssimativa e clandestina", condotta nel tempo libero. Ma la colpisce una polvere di indizi sfuggiti a inquirenti distratti. E sono segnali che la portano alla fine in un mondo dove gli interessi non dovrebbero entrare, e invece entrano e distruggono spietatamente.

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