Era il 2004 e a Scampìa un commando degli “scissionisti” scambiò
sei ragazzi fermi a chiacchierare per spacciatori appartenenti
a un’altra fazione camorristica. Cinque di quei giovani furono
feriti mentre fuggivano. Antonio, che aveva difficoltà
motorie, restò ucciso
Può capitare, a volte, di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Può capitare, a certe latitudini, che se ti trovi nel posto sbagliato nel momento sbagliato ti sparano addosso. E può capitare che se ti trovi nel posto sbagliato nel momento sbagliato e non puoi scappare perché un grave handicap ti impedisce di fuggire mentre ti stanno sparando addosso muori ammazzato.
Come è capitato ad Antonio Landieri, un ragazzo di venticinque anni, morto a Scampìa quasi quindici anni fa.
Pochi ricordano il suo nome. Pochissimi la sua storia. Quasi nessuno sa che Antonio è stato il primo disabile ucciso dalla camorra. Quella di Antonio è una storia tragica, di quelle che si vorrebbe non accadessero mai non solo perché fanno rabbia ma anche perché fanno vergognare e mettono paura.
Sei amici si ritrovano in strada per giocare, per scherzare e per passare un po’ di tempo. Come, talvolta, accade nei rioni di periferia, nelle zone lontane dal centro, nei quartieri in cui manca la movida a vivacizzare la vita delle persone e il “muretto” diventa il punto di ritrovo, un luogo anonimo e che, però, tutti nel quartiere conoscono in cui darsi appuntamento e incontrarsi per stare un po’ in compagnia e poi magari andare a bere qualcosa. ... [continua]
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