home | noi | pubblicita | abbonamenti | rubriche | mailing list | archivio | link utili | lavora con noi | contatti

Giovedí, 22/10/2020 - 15:30

 
Menu
home
noi
video
pubblicita
abbonamenti
rubriche
mailing list
archivio
link utili
lavora con noi
contatti
Accesso Utente
Login Password
LOGIN>>

REGISTRATI!

Visualizza tutti i commenti   Scrivi il tuo commento   Invia articolo ad un amico   Stampa questo articolo
<<precedente indice successivo>>
Ottobre/2018 - Articoli e Inchieste
Malavita
Il crimine straniero ben radicato in Italia
di Marco Scipolo

Fari puntati sulle consorterie malavitose di origine albanese,
cinese, russofona, rumena e sudamericana. Il terreno
d’incontro privilegiato con le nostre mafie rimane
il mercato della droga. Ecco cosa dicono Dia e Intelligence
nei loro ultimi report


Nel nostro Paese si sono insediate organizzazioni criminali straniere che svolgono sempre meno un ruolo sussidiario ai clan italiani e cercano sempre più una indipendenza operativa. Varie operazioni di Polizia hanno documentato che le associazioni delinquenziali di origine estera interagiscono con le nostre mafie con maggiore frequenza rispetto al passato. Tali contatti presentano caratteristiche differenti a seconda del tipo di business criminale e del territorio nel quale quest’ultimo si concretizza. In molti casi, si tratta di cellule operative distaccate, in collegamento con il proprio Paese d’origine e con cartelli multinazionali del crimine. Mentre in regioni del sud come Calabria, Campania e Sicilia, i gruppi stranieri agiscono con l’approvazione preliminare delle mafie italiane (ad esempio, la Black Axe, formata da criminali nigeriani, ha realizzato una propria base a Palermo con il benestare di Cosa nostra); nel resto d’Italia sono più autonomi, al punto che spesso operano in collaborazione pressoché paritaria. Questi sono alcuni degli aspetti principali che, sull’argomento in questione, affiorano dalle ultime tre relazioni semestrali della Direzione investigativa Antimafia (Dia), riferite al 2016 e al 2017.
I traffici illeciti dai quali queste consorterie traggono profitto sono quelli che riguardano stupefacenti, rifiuti, armi e merci contraffatte. Una funzione di basso profilo sarebbe riservata dalla ’ndrangheta – proprio per la potenza criminale e la capacità militare di quest’ultima – ai sodalizi stranieri. In Puglia, le realtà non autoctone del crimine organizzato più pericolose sono quelle albanesi. Soggetti di questa nazionalità vengono inseriti nella delinquenza locale e considerati referenti per attività come i traffici di stupefacenti e di armi. In Campania, a Caserta, agirebbero organizzazioni collegabili all’Africa centrale e all’est balcanico. In ogni caso, il punto d’incontro tra le mafie italiane e le compagini criminali estere è rappresentato sempre dal mercato della droga ovvero dal traffico e dallo spaccio di stupefacenti. Nelle città del centro-nord Italia, in questo settore, i clan stranieri avrebbero conquistato grandi quote di mercato perché in grado di amministrare tutta la relativa filiera, dall’importazione da altri Paesi al deposito fino alla commercializzazione. ... [continua]

LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO:
ABBONATI A POLIZIA E DEMOCRAZIA

per informazioni chiama il numero verde 800 483 328
oppure il numero 06 58331846

<<precedente indice successivo>>
 
<< indietro

Ricerca articoli
search..>>
VAI>>
 
COLLABORATORI
 
 
SIULP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
 
Cittadino Lex
 
Scrivi il tuo libro: Noi ti pubblichiamo!
 
 
 
 
 

 

 

 

Sito ottimizzato per browser Internet Explorer 4.0 o superiore

chi siamo | contatti | copyright | credits | privacy policy

PoliziaeDemocrazia.it é una pubblicazione di DDE Editrice P.IVA 01989701006 - dati societari