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Novembre/2009 - Laboratorio
Dieci domante al Ministro dell’Interno
di Segreteria prov. Silp-Cgil - Venezia

In occazione dell’incontro tra il ministro dell’Interno on. Maroni, la Presidenza della Provincia Zaccariotto e il Prefetto Lepri Gallerano, il Silp per la Cgil pone dieci domande al Ministro su sicurezza e immigrazione nella provincia di Venezia.
Signor Ministro:
1) ritiene adeguato il numero dei poliziotti in servizio nella provincia di Venezia e, nel caso condivida la nostra opinione negativa, cosa intende fare e quando di concreto perché il numero aumenti?
2) Conosce l’assoluta irrazionalità della distribuzione delle Forze di polizia sul territorio provinciale con presenze multiple in alcuni Comuni (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza a Portogruaro) e intere ampie zone, al contrario, insufficientemente presidiate (Dolo-Mirano, San Donà-Eraclea- Jesolo-Cavallino, Cavarzere), e cosa intende fare di concreto per modificare questa non efficiente distribuzione delle Forze di polizia?
3) Le è noto che oggi l’Ufficio Immigrazione della questura di Venezia dispone di 32 dipendenti per far fronte ad una popolazione di migranti superiore alle 70.000 presenze, quando nel 2005, per trattare 40.000 stranieri, poteva contare su 44 dipendenti e che ciò causa una sempre maggiore difficoltà ad operare in maniera serena e a garantire un servizio all’altezza delle attese?
4) Ha presente dove si trova ubicato fisicamente l’Ufficio Immigrazione? Ritenendo che non lo conosca, la invitiamo a venirci a trovare (meglio il mercoledì pomeriggio) nella fatiscente sede di via Nicolodi a Marghera, in modo da constatare con mano il livello, indegno di un Paese civile, nell’accogliere il pubblico (vedere per credere, invito anche la stampa).
5) Conosce le somme che la Prefettura di Venezia destina annualmente, ma con sempre maggior incidenza nel corso degli ultimi cinque anni, per effettuare i pagamenti degli alberghi occupati dagli agenti aggregati a Venezia in occasione dei continui eventi culturali, politici e internazionali che trovano spazio nella spettacolare cornice di Venezia? Se non li conosce, come riteniamo, se li faccia indicare e veda se con le stesse somme non sarebbe possibile costruire qualcosa di duraturo, di concreto, magari una questura nuova dove prevedere ampi spazi per alloggiare, oltre ai propri dipendenti “migranti”, anche quelli periodicamente aggregati.
6) Le è noto che in soli otto mesi d’esercizio, come comunicato pochi giorni fa, il Passante di Mestre ha realizzato un fatturato di 130 milioni di euro e che, per garantire la sicurezza (prevenzione e repressione) nella nuova tratta, il suo dicastero non ha assegnato alcuna risorsa umana certa, ma si è limitato all’invio di poche unità aggregate e quindi soggette a continue sostituzioni?
7) Ed ancora, rimanendo sul tema correlato al Passante, lo sa che anziché prevedere il semplice ampliamento dell’attuale sede della Polizia Stradale di Mestre, l’occasione era propizia (ma bisognava chiederlo ergo pretenderlo), alla realizzazione di una funzionale struttura da realizzare in prossimità delle arterie di grandi comunicazioni con beneficio per gli utenti?
8) Non ritiene che una città come Venezia meriti una nuova questura, come è in progetto per Padova e per Rovigo, dove realizzare uffici che razionalizzino le risorse sempre ridotte in termini umani e tecnologici, con la quale accorpare in un unico immobile quantomeno le attuali tre strutture di Marghera via Nicolodi e dei commissariati di Mestre e Marghera che non hanno più, oggi, ragione di esistere così strutturati?
9) Non condivide la nostra opinione che Venezia centro storico possa essere definita, per quanto attiene gli uffici di Polizia, sede disagiata, con i conseguenti benefici per il personale, come previsto per Cortina d’Ampezzo nord, Capri e Ischia sud?
10) Non le sembra irrazionale che quasi tutti i giorni dell’anno la questura di Venezia “goda” dell’aggregazione di personale dei Reparti Mobili di Padova e/o Bologna per servizi di ordine pubblico e non disponga invece di un proprio consistente nucleo di operatori cosicché si possano ridurre al massimo le spese per l’invio giornaliero in missione di piccoli gruppi di personale?
Signor Ministro, queste domande vorremmo porgliele personalmente, ma non avendone la possibilità, confidiamo nell’azione della stampa, sempre lieti di poterla incontrare se in una delle sue prossime, frequenti, visite a Venezia volesse, per una volta, incontrare anche i suoi dipendenti.

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