C’è un Islam che esula dai luoghi comuni di prepotenza, arroganza, chiusura mentale, rifiuto delle regole del Paese che lo ospita e, perché no, di terrorismo. Ce n’è un altro che prega, dialoga e rifiuta ogni forma di violenza. E’ il muridismo: fonda le sue radici nel sufismo islamico, una pratica mistica che si basa su pratiche di culto e regole di condotta, basate sull’amore e sulla non violenza, che segue il dettato del Profeta e il cui fine è il perfezionamento spirituale. Un vero e proprio scudo all’estremismo islamico, che non ha mai trovato spazi o giustificazione tra le guide spirituali Murìd, sia in Senegal che nei luoghi di migrazione.
Per capirci, se volessimo riassumere in un “Comandamento” la sua linea, varrebbe la pena citare una frase di Cheikh Amadou Bamba, fondatore della Confraternita dei Murìd, nel Senegal colonizzato, verso la fine del diciannovesimo secolo, che recita: “Prega come se dovessi morire domani e lavora come se dovessi vivere per sempre”.
Il muridismo è un Islam originario, che esalta il valore dell’educazione e dell’istruzione, della conoscenza, che esige dirittura morale e devozione alla società. Il muridismo non fugge il mondo quindi, ma vi si immerge. Associa pratica religiosa e lavoro che è via di santificazione.
I Murid che affrontano l’emigrazione, ritrovano nelle loro destinazioni nel mondo, la loro comunità, che si organizza e si struttura con proprie sedi, che sono luogo di preghiera e centri di aggregazione e accoglienza. Gli spazi vengono acquistati con l’esclusivo contributo dei confratelli, l’assistenza prestata segue una logica mutualistica in cui la crescita di uno è la crescita di tutti.
Ma questa fitta rete comunitaria non vive isolata dal territorio in cui si radica, anzi. Tesse relazioni con le autorità locali, attiva occasioni di dialogo interreligioso, propone un modello basato sull’interculturalità, dove le diverse identità rappresentano ricchezza e non esclusione.
In questa ottica ha avuto luogo nelle settimane scorse a Roma il convegno “Religione e Società. L’esempio del muridismo”. Un confronto tra rappresentanti del mondo Islamico, cattolico, delle Chiese valdesi e metodiste, in cui è prevalsa la ricerca di valori comuni come la pace e la progettualità della convivenza nel rispetto delle identità.
*sindacalista Cisl
e responsabile dell’associazione “Faso Couture”
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