home | noi | pubblicita | abbonamenti | rubriche | mailing list | archivio | link utili | lavora con noi | contatti

Giovedí, 22/10/2020 - 15:29

 
Menu
home
noi
video
pubblicita
abbonamenti
rubriche
mailing list
archivio
link utili
lavora con noi
contatti
Accesso Utente
Login Password
LOGIN>>

REGISTRATI!

Visualizza tutti i commenti   Scrivi il tuo commento   Invia articolo ad un amico   Stampa questo articolo
<<precedente indice successivo>>
Maggio-Giugno/2018 - Panorama sindacale
Ergastolano camorrista in cattedra alla Scuola di Polizia Penitenziaria Sappe: “Una scelta folle”
di Donato Capece Segretario generale Sappe

La presenza alla Scuola di Polizia Penitenziaria di Cairo Montenotte di un detenuto ergastolano, boss della Camorra in permesso e con “fine pena mai”, per partecipare a una rappresentazione teatrale e poi a un incontro con gli agenti che frequentano il corso di formazione indigna il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.

E’ inammissibile, inaccettabile, intollerabile e insopportabile che un camorrista ergastolano, con “fine pena mai”, in permesso per rappresentare una piece teatrale, condannato e quindi ritenuto colpevole di diversi gravissimi fatti di sangue, si sia potuto sedere nell’Aula Magna della Scuola di Polizia Penitenziaria per parlare alle oltre 300 ragazze e ragazzi che stanno frequentando il Corso di formazione di Agente di Polizia Penitenziaria, magari per discutere del sistema penitenziario e dell’esecuzione penale: una decisione gravissima che non può rimanere senza conseguenze per chi ha consentito tutto ciò.
Questa è gente, che per il loro passato e per le pesanti responsabilità che ha avuto e che ancora ha, anche moralmente, dovrebbe essere espunta dal contesto sociale e men che meno dovrebbe avvicinarsi alle Istituzioni che hanno combattuto con le armi in pugno. E’ stato un errore invitarlo, così come è un errore coinvolgere questi soggetti in ogni progetto di ripensamento del carcere.
Pensavamo di aver già visto il peggio quando il ministro della Giustizia Andrea Orlando coinvolse Adriano Sofri, il leader di Lotta Continua condannato a 22 anni di carcere (ma da tempo in libertà) quale mandante dell’omicidio del commissario di Polizia Luigi Calabresi avvenuto a Milano nel 1972, tra gli ‘esperti’ chiamati dal ministro della Giustizia Andrea Orlando per riformare il sistema penitenziario italiano, incarico rigettato dopo la denuncia e le proteste del Sappe. Ma oggi vedo che si continua a calpestare il senso dello Stato e delle Istituzioni, e di quella Penitenziaria in particolare, continuando a coinvolgere membri di gruppi eversivi e criminali con gravi responsabilità in iniziative politiche e sociali, alla faccia dei Caduti e dei loro familiari. Lo trovo semplicemente sbagliato ed offensivo.

<<precedente indice successivo>>
 
<< indietro

Ricerca articoli
search..>>
VAI>>
 
COLLABORATORI
 
 
SIULP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
 
Cittadino Lex
 
Scrivi il tuo libro: Noi ti pubblichiamo!
 
 
 
 
 

 

 

 

Sito ottimizzato per browser Internet Explorer 4.0 o superiore

chi siamo | contatti | copyright | credits | privacy policy

PoliziaeDemocrazia.it é una pubblicazione di DDE Editrice P.IVA 01989701006 - dati societari