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Maggio-Giugno/2018 - Articoli e Inchieste
Carceri
Colloqui riservati con i reclusi al 41-bis. Il nodo dei Garanti e dei Tribunali di Sorveglianza
di Federico Olivo - Ispettore Capo Polizia Penitenziaria

A differenza di quanto accade
per il Garante nazionale non esiste una legge
che individui le caratteristiche
minime per la nomina dei Garanti territoriali
e ne disegni lo status

Niente colloquio riservato nel carcere di Viterbo tra il boss mafioso Salvatore Madonia e il Garante dei detenuti per il Lazio e Umbria Stefano Anastasia. La decisione è stata presa il 20 aprile 2018 dal Tribunale di Sorveglianza di Roma, competente per il distretto della Corte d’Appello di Roma. L’ordinanza del Tribunale conferma quanto stabilito dal magistrato di sorveglianza di Viterbo che aveva già negato il consenso al capomafia. Madonia ha impugnato il diniego davanti al Tribunale, che ora gli ha dato torto.
Conosciuto anche come "Salvino" o "Salvuccio", Salvatore Madonia è nato a Palermo il 16 agosto del 1956. È figlio dello storico boss di Cosa nostra Francesco Madonia e si trova in carcere dal 1991, condannato al 41-bis dal 10 luglio del 1992 per l’omicidio di Libero Grassi, l’imprenditore tessile di Palermo che non voleva pagare il pizzo e aveva denunciato la mafia con una lettera aperta sul Giornale di Sicilia e in tv da Michele Santoro. Il pentito Marco Favaloro raccontò che Salvino sparò alle spalle di Grassi e per l'omicidio fu condannata in via definitiva l'intera Cupola. Nel 2012 è stato anche imputato e poi condannato all'ergastolo come mandante della strage di via D’Amelio dove morì il magistrato Paolo Borsellino, con l’aggravante della finalità terroristica per aver ricattato lo Stato. Le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza gli sono costate anche l’imputazione per la strage di Capaci, per cui è stato colpito da ordinanza di custodia cautelare il 16 aprile 2013. ... [continua]

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FOTO: Mariangela Di Trapani con il marito Salvatore Madonia, durante un colloquio al 41 bis

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