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Febbraio-Marzo/2018 - Editoriale
direttore@poliziaedemocrazia.it
La Malapianta
di Cesare Vanzella

Troppe volte le notizie di cronaca ci fanno toccare abissi di depressione da non capire più quale sia l’origine dei mali di questo Paese. Sono i comportamenti di certi politici disinvolti a influenzare gli italiani determinando azioni incomprensibili oppure il marcio sale dalle viscere d’Italia?
Diciamocelo, chi rappresenta e chi è rappresentato costituiscono un’unica entità, hanno per denominatore comune arrivismo, egoismo, superficialià, denaro facile, il non rispetto degli altri, l’esibizione dei simboli del consumo. L’immoralità vince due a zero sull’etica, la finanza trionfa sul lavoro, l’impresa fugge da regole sia pur lasche per abbracciare lidi dove diritti civili e sindacali sono parole vuote. Vogliamo parlare di Cina, sud-est asiatico, lontano Oriente? Oppure preferiamo soffermarci sulla Turchia che libera il vecchio Continente in cambio di soldi, e tanti, da alcune correnti migratorie per avere mani libere e regolare i conti interni con gli oppositori politici? L’Europa sta lì a guardare la condanna all’ergastolo di giornalisti e al bombardamento dei Curdi. Magari ogni tanto è costretta a dire qualcosa con voce flebile, tipo “mascalzoncelli così mica va tanto bene”.
E nella nostra Penisola? Il governo accoglie Erdogan e gli italiani capiscono che la ragione di Stato travalica i diritti. Non meravigliamoci se poi troppi concittadini elaborano la convinzione che si possano aggirare norme e regole morali per regalarsi qualche piccola porzione di benessere senza passare attraverso le forche caudine dello studio e del lavoro. Vivono in corsia di sorpasso e stupidi quelli che rispettano le precedenze e i limiti di velocità.
E i partiti? In campagna elettorale hanno fatto a gara, salvo sparute eccezioni, a promettere l’impossibile, a prendere in giro l’elettorato. Gli elettori, dal canto loro, sono quasi sempre stati al gioco votando anche i più impresentabili convinti che, se ce l’avessero fatta loro, perché negare un piccolo angolo di rendita parassitaria a chi indossa solo saltuariamente la mascherina dei Bassotti? E tutti si sono attrezzati.
Insomma, un’Italia da rifondare fin dal sottosuolo. Troppi disonesti, troppi fascisti nascosti dietro una facciata di perbenismo, troppi imbecilli inflessibili con gli altri e sempre disposti a giustificare le proprie debolezze. Per dirla con De André, la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio e immaginiamo che qualcuno di buone letture abbia già iniziato a rimpiangere la civiltà del cavallo.

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