I dati presi in esame dagli esperti sono dubbi.
Servono però a dimostrare che le misure alternative
alla detenzione riducono il rischio che una persona
già condannata ricada nel reato.
Con una implicazione: riducono i costi
Giuristi, politici ed esperti del settore penitenziario, in Italia, si stanno tutti dirigendo verso una concezione della pena che prevede lo strumento della detenzione solo come extrema ratio e questo perché studi scientifici dimostrerebbero che il carcere è la soluzione più costosa in termini economici, ma soprattutto è quella meno efficace affinché il condannato non commetta di nuovo reati una volta scontata la pena stessa e che quindi, non diventi recidivo.
Ad oggi, l’intervento più significativo su questo argomento, è la relazione conclusiva dei lavori del Tavolo 14 degli Stati Generali dell’esecuzione penale “Esecuzione penale: esperienze comparative e regole internazionali”, tavolo coordinato da Francesco Viganò (docente dell’Università degli studi di Milano) e composto da numerosi addetti del settore.
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