È la prima produzione italiana
realizzata da Netflix. In primo piano
la criminalità, la Politica e il
Vaticano, tutti in guerra, tutti
ubriachi di potere e di danaro
A due anni dal primo annuncio il 6 ottobre è arrivata su Netflix Suburra-La serie, ispirata all’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini. Un debutto particolarmente significativo, poiché è la prima produzione italiana realizzata dalla piattaforma di streaming on demand, che cerca così, come ha già fatto in altri Paesi, di espandere il proprio catalogo attingendo alle risorse locali. La serie fa un vero e proprio passo indietro temporale, proponendosi come prequel del racconto letterario e anche cinematografico, visto che nel 2015 Suburra era già diventato un film, per la regia di Stefano Sollima.
Del lungometraggio ritroviamo tre attori principali e relativi personaggi: Alessandro Borghi (Aureliano Adami, criminale di Ostia), Giacomo Ferrara (Spadino lo Zingaro) e uno strepitoso Adamo Dionisi (Manfredi, il boss degli Anacleti). Insieme ad un giovane spacciatore, figlio di un poliziotto, ad una donna arrivista, che ha influenze nella Commissione Vaticana, e a un politico corrotto, i tre malavitosi proveranno a contendersi alcuni terreni di Ostia, decisivi per il controllo del potere economico e sui quali c’è forte l’interesse della Mafia. Sullo sfondo la lunga ombra di Samurai, un uomo senza scrupoli pronto a tutto per arrivare a comandare la Capitale. Un personaggio che prende ispirazione dalle gesta criminali di Massimo Carminati, già legato alla Banda della Magliana e poi coinvolto nello scandalo Mafia Capitale e condannato di recente a 20 anni di reclusione per associazione a delinquere. ... [continua]
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