Occorrono Sale operative efficienti che superino i due livelli
su cui si articola oggi il servizio di risposta alle richieste
di intervento dei cittadini
Lo hanno denominato uno-uno-due per distinguerlo dal 112 dei Carabinieri. Si tratta del Nue (Numero unico di emergenza) che l’Italia ha attivato per corrispondere alle richieste dell’Europa.
È un sistema di gestione delle chiamate di soccorso per chi ha bisogno dell’ambulanza, dei Vigili del Fuoco o delle Forze dell’ordine.
Dove il Nue è attivo, chi compone uno dei vecchi numeri di emergenza viene indirizzato automaticamente alla centrale unica, che dovrebbe effettuare tre distinte operazioni: localizzare la richiesta grazie al Ced (Centro elaborazione dati) del Viminale, compilare la scheda anagrafica di chi chiama e scremare le richieste improprie. Un lavoro che si rende necessario poiché un 40% circa delle chiamate ai numeri di emergenza interessa richieste di informazioni o comunque problemi che non presentano alcun carattere urgente.
È una sala operativa di cosiddetto primo livello ad effettuare le valutazioni e poi a smistare le telefonate a quella di secondo. Il sistema si articola, dunque, in una sala operativa di primo livello con un operatore “laico” che smista le telefonate alle sale operative delle unità competenti all’intervento (sanitari, Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco, ecc.).
La sperimentazione di questo protocollo operativo è già partita in alcune regioni d’Italia. La prima è stata la Lombardia che adesso annovera tre centrali ed è il punto di riferimento. Successivamente è partita Roma, nella zona del prefisso 06, e poi da ultimo quest’anno: Liguria, Piemonte, Sicilia orientale, Trentino e Friuli. ... [continua]
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