Dopo un’estate tragica per la perdita di ampie aree del patrimonio boschivo italiano,
i prossimi mesi saranno cruciali per le donne e gli uomini del Corpo Forestale dello Stato.
Sono infatti attese le decisioni delle Corti interne e sovranazionali chiamate a pronunciarsi
sulla compatibilità con la Costituzione e con la Carta Sociale Europea
della militarizzazione imposta dalla Legge Madia
Meglio tardi che mai, si è soliti sostenere. Ma quel “tardi”, nel nostro caso, ha provocato disastri al patrimonio forestale italiano. L’estate 2017 verrà tristemente ricordata come la stagione che ha mandato letteralmente in fumo migliaia di ettari di bosco. E soltanto le terribili immagini trasmesse ad ogni ora dai tg nazionali e regionali hanno, forse, reso consapevole parte della classe politica – fino ad allora colpevole di una cieca indifferenza alle sorti del Corpo Forestale dello Stato – che far transitare i forestali (e le loro competenze antincendio accumulate in decenni di studi ed esperienza sul campo) in un’altra Amministrazione (militare) è stata una decisione affrettata e pasticciata, per nulla rispondente alle necessità di un territorio che, come il nostro, è per circa due terzi collinare e montuoso, con boschi – “polmoni” del nostro Paese e garanti della stabilità idrogeologica del territorio – da tutelare. Meglio tardi che mai, dunque. ... [continua]
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