Storia di Luigi Ilardo, il boss doppiogiochista che avrebbe
potuto fare catturare Bernardo Provenzano con undici anni
d’anticipo Fu assassinato a Catania pochi giorni prima
di diventare collaboratore di giustizia, in seguito
a “uno spiffero” dall’interno delle istituzioni
«Il giorno dopo i gemelli compivano nove mesi e quella sera avevamo deciso di uscire. Finalmente, potevo uscire con mio marito», ha raccontato Concetta Strano ai giudici della Corte d’Assise di Catania, durante il processo agli assassini di suo marito, Luigi “Gigino” Ilardo, ucciso in un agguato mafioso la sera del 10 giugno 1996. «Mi ha telefonato dall’auto verso le otto e mezza – ha aggiunto la donna –, io ero in bagno ché mi stavo preparando, per avvisarmi che stava per arrivare. Ricordo che di sottofondo c’erano i Beans che cantavano “Come pioveva”».
Mezz’ora dopo Ilardo parcheggia la Mercedes nera sotto casa, all’incrocio fra via Quintino Sella e via Mario Sangiorgi, a Catania, scende dall’auto e una pioggia di fuoco si abbatte su di lui: sette proiettili vanno a segno, due mancano il bersaglio. Poi i quattro killer si dileguano a bordo di due moto. ... [continua]
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