Luigi Cola, già vicequestore aggiunto della Polizia di Stato, è un vero esperto di sicurezza, istruttore certificato di Maritime Security e sicurezza aeroportuale per l’Enac, è amministratore delegato della Security Training Project, azienda leader nel settore della formazione alle Guardie Giurate.
Dottor Cola è sbagliato parlare di “addetto alla sicurezza non armato”?
Direi di sì, tranne il caso di impiego del personale di security aeroportuale che non è armato ma ha la qualifica di G.p.g., questa definizione finirebbe con il confondere. La definizione più corretta è “addetto ai servizi di portierato o di assistenza clienti”.
Cosa fa un addetto ai servizi di portierato?
Svolge compiti di controllo passivo: dall’entrata/uscita dei clienti/visitatori, alla gestione dei “passi”, fino al monitoraggio dei vari impianti di allarme o antincendio. I suoi compiti devono essere ben delineati contrattualmente col cliente e non possono essere inseriti in un contesto continuativo di prevenzione finalizzata alla vigilanza di beni mobili o immobili. I suoi obiettivi lavorativi non devono essere riconducili ad azioni o interventi che hanno l’obiettivo di garantire la vigilanza, che è tipica invece delle G.p.g. e la reazione, se non quella estemporanea di legittima difesa, garantita a chiunque. In pratica, questo tipo di addetto preme bottoni, alza sbarre, controlla i presidi antincendio, apre e chiude porte, ma non dovrebbe fare ronde di vigilanza o attività di prevenzione dai furti per i quali è richiesta la licenza del Prefetto sia personale, sia per l’istituto che lo impiega.
Veniamo alla formazione. Le Guardie giurate, in generale, sono formate adeguatamente per i loro compiti?
Le Guardie giurate che svolgono servizi di sicurezza sussidiaria o complementare, come quelli relativi ai servizi di sicurezza ferroviaria, portuale o aeroportuale, sono mediamente addestrate allo scopo. In alcuni casi ci troviamo di fronte ad operatori eccellenti. Per quanto riguarda altri settori, dalla vigilanza degli stabili, ai servizi antirapina, posso ragionevolmente affermare che, tranne rarissimi casi, la preparazione media è imbarazzante.
La colpa è solo degli istituti o ci sono altre responsabilità?
Alla mancanza generalizzata di formazione si sovrappongono le prescrizioni regolamentari degli Enti preposti alla disciplina della sicurezza mediante la verifica di una corretta formazione; l’esempio è quello dell’Enac che in barba ad ogni evidente recrudescenza dei fenomeni terroristici ha, dal settembre 2015, emanato il “Manuale della formazione per la security” con cui di fatto ha tirato un colpo di spugna alla durata della formazione per le Guardie giurate che devono eseguire i controlli di sicurezza negli aeroporti, sulle persone e sui bagagli.
Si è ritenuto di poter ridurre la durata della formazione di quelle guardie da un minimo di 42 ore (21 teoriche e 21 pratiche), alla attuale previsione di 21 ore teoriche, delle quali almeno 10 ore di Computer Based Training (Cbt) se si utilizzano apparecchiature radiogene, 11 ore se non si utilizzano apparecchiature radiogene. La formazione pratica (sia agli apparati Rx, sia ai rilevatori di metalli, sia per i rilevatori di esplosivo, sia per le tecniche di controllo manuale di persone e bagagli) deve avere invece una durata di 7 ore, certamente insufficienti a far comprendere alle Guardie giurate stesse nemmeno in quale ambiente di lavoro si troveranno ad operare: l’aeroporto appunto. Tutto ciò senza tenere conto della complessità delle norme che disciplinano il settore della sicurezza aeroportuale, la particolarità del complesso sistema delle percentuali di controllo, dell’avvento di nuove tipologie di esplosivi e di fonti di energia elettrica, sempre più insidiosi e difficili da individuare agli apparati Rx. Questo tipo di previsioni in brevissimo tempo eroderanno anche quelle poche sacche di eccellenza che, invece, fino ad ora, sono presenti.
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