Oggi, il Paese transalpino sembra aver necessità di una seria
riflessione sulle sue politiche di sicurezza senza limitarsi
a un semplice esercizio dei rapporti di forza
Nello scorso ottobre 2016, diverse e sorprendenti manifestazioni e proteste di membri della polizia di Stato sono state al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica per oltre una settimana. In realtà, questo tipo di movimento di esasperazione da parte del personale di Polizia non è insolito: s’era già manifestato nel 1983, nel 2004, 2007 e ancora nel 2012, in particolare a Parigi. Per non parlare della fine del 2001 quando Polizia e Gendarmi in divisa e automezzi bloccarono le questure in tutta la Francia. In un contesto di minaccia terroristica e riforma della giustizia (legge del 15 giugno 2000) e a seguito della morte di un agente ucciso da un recidivo, i membri delle Forze di sicurezza ottennero lo sblocco delle assunzioni di personale, nuovi finanziamenti e una revisione di parti del Codice di procedura penale. Tante misure di cui approfittò il nuovo ministro dell’Interno del 2002, Sarkozy, per forgiare la sua popolarità fra le truppe [e spiccare poi il salto verso la presidenza della Repubblica non riuscendo però à conquistare il rinnovo del mandato, fatto in genere raro in Francia -ndt]. ... [continua]
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