Pensavamo di aver assistito a tutto in zona universitaria, ma con l’occupazione e la devastazione della biblioteca, il limite è stato superato.
Il copione è vecchio, visto e rivisto in altre occasioni, il solito gruppetto di pseudo-studenti organizzati, questa volta con la scusa dei “tornelli”, in spregio ad ogni regola civile e democratica, spacciando la prepotenza per libertà di espressione, ha messo in atto una vera e propria guerriglia, iniziata con la distruzione della biblioteca e continuata in strada per ore.
La violenza è terminata solo grazie al servizio predisposto dalla questura ed alla professionalità del personale impiegato, che ha dimostrato uno straordinario equilibrio nel gestire una così delicata situazione resa complicata anche dal luogo in cui si operava.
Inoltre, esprimiamo apprezzamento per le parole del Procuratore capo Amato, condividendo il fatto che la violenza non possa avere sconti e perché il comportamento di questa frangia di violenti lede inevitabilmente i diritti fondamentali di tutti i cittadini, ed in particolare quelli degli studenti universitari.
Solidarietà e vicinanza ai negozianti della zona, ai cittadini residenti ed a quanti sono stati costretti ad allontanarsi da una zona della città che non ppuò e non deve rimanere ostaggio di pochi a danno dell’intera comunità compresa quella degli studenti “veri”.
In particolare a questi ultimi chiediamo di non fermarsi alla legittima indignazione sui social network, per la lesione del loro diritto allo studio, ma facciamo prevalere il ruolo di cittadini attivi, rispettosi delle regole e delle libertà, isolando in modo fermo e deciso la minoranza violenta e, perché no, valutare una rivalsa in sede civile nei confronti di chi verrà ritenuto responsabile della devastazione del patrimonio universitario che è di tutti. Sarebbe giusto presentare il conto a chi si arroga il diritto di compiere certe azioni, che nulla hanno a che fare con la libertà di espressione, passando dal danneggiamento dimostrativo dei tornelli alla vera e propria devastazione della biblioteca universitaria.
Infine, ringraziamo tutti coloro che in queste ore stanno inviando messaggi di vicinanza e sostegno alle Forze dell’ordine, tra cui alcuni politici che invitiamo a riflettere sul fatto che forse è arrivato il momento di trovare uno strumento giuridico interdittivo, analogo al “Daspo” per le manifestazioni sportive, al fine di contrastare in modo deciso i più accaniti facinorosi che, insinuandosi nelle manifestazioni universitarie, volentano con la prepotenza e la sopraffazione quella libertà di espressione che avrebbero la pretesa di voler garantire.
|