Il caso di una professionista
friulana con due appartamenti,
diversi garage e terreni, quattro
cavalli e un’auto di lusso
È assodato che escort, prostitute o come le volete chiamare devono pagare le tasse. L'utimo episodio di cronaca interessa una escort “attiva” in provincia di Udine finita nella rete della Guardia di Finanza che le ha contestato circa 300mila euro di redditi non dichiarati.
A insospettire gli investigatori fiscali erano stati alcuni elementi. La donna non aveva dichiarato alcun reddito nel 2010 e appena 10mila euro di media nelle annualità successive. A fronte, l'escort mostrava un tenore divita decisamente agiato essendo in possesso di 2 appartamenti, diversi garage e terreni, 4 cavalli, un'auto di lusso, una moto e diverse polizze assicurative.
Questa evidente spoporzione e la successiva analisi dei conti correnti, sui quali venivano costantemente accreditati consistenti somme di danaro in contanti, hanno consentito alle Fiamme Gialle di Udine di ricostruire il reale giro d'affari della donna attestandolo a circa 60mila euro all'anno.
Le giustificazioni della professionista, che ha tentato di legittimare i numerosi movimenti finanziari quali proventi dell'attività di prostituzione, non sono state prese in considerazione dalla Guardia di Finanza che ha contestato alla donna i proventi della sua attività come “redditi diversi” frutto di lavoro autonomo occasionale per un'evasione totale ricostruita pari a circa 300mila euro.
L'Agenzia delle Entrate di Udine ha già emesso gli avvisi di accertamento.
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