Nei mesi scorsi la segreteria provinciale del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia di Forlì Cesena, dopo l’ennesima denuncia in merito al rischio collasso delle attività di Polizia in provincia, ha incontrato i parlamentari locali, tra cui la Senatrice Mara Valdinosi e l’onorevole Marco Di Maio, al fine di ribadire le grandissime difficoltà del poliziotti (in servizio presso la Questura e il Commissariato di Cesena), che non riescono più a sopperire alla mancanza cronica di personale e di conseguenza dare risposte al crescente bisogno di sicurezza dei cittadini. In particolar modo, la mancata sostituzione dei 30 pensionamenti nel 2016 (tra Questura e Commissariato) sta portando ad una vera e propria paralisi nei servizi essenziali a favore del cittadino, tra cui l’Ordine Pubblico e l’emergenza immigrazione.
I parlamentari, da sempre attenti alla questione sicurezza, hanno ribadito il loro sostegno e impegno concreto al fine di arrivare ad una fattiva inversione di tendenza.
La stessa promessa è arrivata anche dal Prefetto di Forlì-Cesena.
Parimenti si sono avuti proficui incontri anche con il Sindaco di Forlì Davide Drei e il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi; i primi cittadini stanno mettendo a punto investimenti su importantissimi piani integrati sulla sicurezza (in primis innovativi sistemi integrati di videosorveglianza urbana) al fine di attuare un contributo essenziale per migliorare la sicurezza dei cittadini nelle 2 città romagnole, sempre ai primi posti nelle classifiche nazionali in merito ai reati di microcriminalità, che aumentano esponenzialmente la percezione di insicurezza da parte della popolazione.
Purtroppo il Ministero dell’Interno, per mezzo della Direzione Centrale Affari Generali sollecitata dalla Segreteria nazionale Siulp, ha risposto negando l’evidenza e omettendo di precisare, per esempio, che la Questura di Forlì Cesena è profondamente sottorganico e, con arroganza inaudita, ha fornito dati fuorvianti. Difatti, nel computo totale dei poliziotti in provincia impegnati nel contrasto della criminalità, nei servizi istituzionali e di Ordine Pubblico, sono stati inseriti anche quelli in servizio presso il Centro Addestramento Polizia di Stato di Cesena, che invece hanno come mission istituzionale la formazione del personale della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale.
Ma non è tutto: per il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Commissariato di Cesena sarebbe addirittura in sovrannumero rispetto a un Decreto Ministeriale del 1989, che stabilisce il personale in forza nei presidi di Polizia, “dimenticando” che a quell’epoca anche Rimini era un Commissariato che dipendeva da Forlì e che negli ultimi trent’anni lo sviluppo economico e sociale è cambiato.
Cesena è infatti diventato un Comune di 100.000 abitanti ed oggi è una fiorente cittadina, snodo per molte attività lavorative ed imprenditoriali, oltre al fatto che il personale di quel Commissariato è diventato completamente autonomo nel rilascio di licenze, permessi soggiorno e passaporti, con un notevole incremento delle varie attività di Polizia e di servizi di Ordine Pubblico (vedi una squadra di calcio che milita nei massimi campionati).
Alla resa dei conti quindi, anche i poliziotti in servizio presso il Commissariato di Cesena non riescono più a sopperire a carichi di lavoro stressanti a causa della drastica diminuzione del personale che, come detto, non permette più di rispondere ai bisogni di sicurezza dei cittadini, anche in considerazione dell’età media che supera i 50 anni.
L’unica nota positiva, grazie all’impegno della politica locale in particolar modo della Senatrice Valdinosi e del Sindaco Lucchi, è il prossimo trasferimento del Commissariato, al momento situato in locali inadeguati che oltretutto comportano ingenti costi di affitto, che si trasferirà all’interno della struttura demaniale ove è posto il Caps).
A tutte le difficoltà sopra esposte, si aggiungono paradossalmente le continue aggregazioni in tutte le zone d’Italia (dalla Sicilia, alla Calabria, a Ventimiglia…) che di fatto causano il corto circuito della sicurezza in provincia.
E a questo proposito, si dice che non ci sia limite al peggio, ma quello che è accaduto in questi giorni è davvero paradossale: il Ministero dell’Interno dispone che personale della Questura Forlì Cesena e del Commissariato di Cesena, sia posto a disposizione di una Questura del Centro Italia per esigenze di servizio connesse al trasferimento della sede della Prefettura, costringendo i colleghi ad allontanarsi dalle famiglie per settimane.
I poliziotti di questa provincia, hanno già troppe emergenze da gestire; è indispensabile quindi sospendere immediatamente tale aggregazione. Tra l’altro, fino a pochi mesi fa, all’interno della Questura di Forlì Cesena (riteniamo ancora un immobile non idoneo ad ospitare un presidio così importante) vi sono stati importanti lavori strutturali che sono duranti un anno. Uffici chiusi, impalcature ovunque, un via vai di operai che hanno messo a dura prova lo svolgimento dei compiti istituzionali; ciò nonostante, non è stata richiesto alcun rinforzo di personale.
Nelle prossime settimane, sono previsti i movimenti ministeriali; se non sarà sostituito il personale andato in quiescenza nel 2016, saremo costretti ad intraprendere vibranti forme di protesta, quali per esempio il blocco degli orari in deroga per gli eventi sportivi, che di fatto renderà impossibile garantire l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, a causa della mancanza di personale.
Ci appelliamo ai nostri Parlamentari locali, al Prefetto e al Questore, al fine di interagire con i rappresentanti del Governo e del Dipartimento della P.S., per sostenere le nostre sacrosante rivendicazioni. Anche la Segreteria Nazionale Siulp, è pregata nuovamente di intervenire presso gli Uffici Ministeriali.
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