Non ci siamo mai voluti occupare delle quotidiane profezie con le quali il segretario generale del Sap, dopo aver abbondantemente coperto di insulti tutti quelli che non la pensano come lui, annuncia apocalittiche sventure, truffe e mistificazioni causate ed ordite da quella che lui chiama Consorteria. Se però la propaganda va oltre la decenza, e non solo per la trivialità del linguaggio, il nostro silenzio responsabile richierebbe di accordare credibilità ad una delle più grosse panzane che siano mai uscite dalla bocca di un sindacalista.
Come tutti oramai sanno, se gli stanziamenti previsti dal disegno di legge di bilancio verranno approvati, l’aumento medio previsto per un operatore delle Forze di polizia (per il riordino delle carriere, per la stabilizzazione del contributo di 80 euro e per il contratto di lavoro) si aggira intorno ai 180 euro lordi. Su questo sono tutti d’accordo, anche Tonelli. Il quale, tuttavia, non solo non rivendica di aver avuto un ruolo nella lunga e delicata trattativa che ha consentito questo storico esito, ma cerca in ogni modo di sminuirlo con argomentazioni a dir poco fantasiose.
Secondo lui si tratterebbe infatti di poco più di una mancetta, pari all’incirca a 60 euro netti al mese di aumento, ben lontani dai 120 euro netti propagandati dalla Consorteria truffaldina e dal compiacente ministro Alfano.
Questa sua ennesima intemerata contro quelli che accusa di aver svenduto i poliziotti viene spiegata nel dettaglio dei lanci di agenzia, di cui riportiamo fedelmente un passaggioi preso dal sito del Sap: “183 euro, al netto delle trattenute pari al 60,2% (lordo amministraziione composto da: Inps 24,2% + Irap 8,50% + Fondo Credito 0,35% + Irpef 27% minima), lasciano sul campo una cifra media netta di 73,2 euro che corrisponde, considerando la fornice tra le varie qualifiche, la rivalutaziione dell’accessorio (notturni, festivi, reperibilità e indennità varie) e il finanziamento della nuova parte normativa, proprio alla cifra indicata dal Sap: un agente riceverà un netto mensile di circa 65,42 euro”.
Questa sintesi è stata pubblicata su quasi tutte le bacheche del Sap della nostra regione, ed ha indotto più di qualche collega in buona fede a chiederci se quei calcoli fossero fondati. Ecco perché la necessità di questo chiarimento. Noi non sappiamo chi sia l’esperto al quale si è rivolto il Sap, ammesso che ve ne sia uno. Sappiamo che oggi le aliquote fiscali sono cinque: 23% fino a 15mila euro, 27% tra i 15 e i 28mila euro, poi subito si sale al 38% oltre i 28mila euro, per passare al 41% sopra i 55mila euro e al 53% oltre i 75mila euro. Dunque la maggior parte dei poliziotti è assoggettata all’aliquota massima del 38%, parecchio lontana dal 60% che l’autoproclamato predicatore della verità autonoma ha annunciato nel suo ennesimo sermone. Al quale sarebbe bastato guardare la sua busta paga per rendersi conto di questa elementare verità. Ma la cosa più sconvolgente è che per arrivare a questo 60% vengono menzionate imposte, ossia Irap e Inps, che pagano solamente le imprese e i datori di lavoro!
Insomma, ancora una volta, la volpe, o meglio colui che crede di essere tale, non essendo stato tra quanti hanno contribuito a raccoglierla, cerca di spiegare che l’uva prodotta dalla Consorteria non è buona, così come fece quando portammo a casa lo sblocco del tetto salariale ed il contributo straordinario degli 80 euro mensili. La verità è che quest’uva gli è parecchio indigesta, perché ui e chi gli ha promesso un posto in Parlamento avevano scommesso sulla carestia.
Noi, che da ottobre, a differenza di Tonelli ci occupiamo della vendemmia che porta vino nelle botti dei colleghi, e non di quella delle tessere, continueremo a lavorare per consolidare questo storico risultato, consapevoli che occorre vigilare per evitare che la legge di bilancio venga stravolta. E se anche il Sappe, l’omologo del Sap nella Polizia Penitenziaria, ha deciso di schierarsi al nostro fianco, lasciando sempre più solo il ‘generale’ Tonelli nel suo labirinto, siamo portati a credere che stiamo facendo la cosa giusta.
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