Dottor Chirico, quando e come nasce l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad)?
L’Oscad nasce nel settembre del 2010 dopo l’ennesima estate terribile dovuta a una serie di aggressioni a persone omosessuali, in particolare a Roma, ma non solo. I rappresentanti di alcune associazioni lgbt decisero quindi di indirizzare una richiesta di aiuto all’allora Capo della Polizia, prefetto Manganelli, il quale nel giro di poco tempo, con un atto amministrativo, istituì l’Osservatorio, che attualmente è presieduto dal vice direttore generale della Pubblica sicurezza, direttore centrale della Polizia criminale, prefetto Cufalo.
Come è strutturato e che obiettivi si pone?
Si tratta di un Osservatorio interforze, cioè composto da rappresentanti sia della Polizia di Stato sia dell’Arma dei Carabinieri, Forze a competenza generale, le quali statisticamente sono quelle che trattano la stragrande maggioranza dei reati a matrice discriminatoria. L’Oscad nasce sull’input delle associazioni lgbt, ma da subito si occupa di tutti gli ambiti di discriminazione, e il suo obiettivo principale è quello di migliorare la qualità della risposta nella prevenzione e nel contrasto dei crimini d’odio. Uno dei fenomeni che è causa di maggiore problematicità nel contrasto ai crimini d’odio è infatti l’under reporting, ossia vengono poco denunciati: si vede soltanto la punta dell’iceberg. Le vittime vulnerabili che subiscono atti discriminatori tendono a non denunciare, per moltissimi motivi, uno dei quali può consistere anche nella scarsa fiducia che nutrono nei confronti delle Forze di polizia.
Come può contattarvi una persona vittima di discriminazioni e in cosa consiste il vostro intervento?
In alcuni Paesi sono state adottate politiche particolarmente efficaci (ad esempio denunce anonime, denunce online, denuncia della “terza parte”, come può essere un’associazione che denuncia il reato per conto della vittima). ... [continua]
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