I vampiri, sono le creature che da sempre infestano le tradizioni popolari degli uomini. Presenti, sotto forma di demoni succhiatori di sangue - almeno in un Vangelo apocrifo - sono parassiti che non uccidono le proprie vittime ma le sfruttano per cibarsene, sostanzialmente, gli umani pensano dei vampiri quello che dovrebbero pensare i buoi dei Masai, infatti, come novelli Dracula questa (unione di) tribù ha l’usanza di bere sangue quando in condizioni di spossatezza.
Gli annali della criminologia ricordano Peter Kurten, nato povero nei sobborghi di Colonia, con un padre alcolizzato e violento. Strinse amicizia con un accalappiacani che abitava nei pressi della sua abitazione già da bambino e lavorò presso di lui da adolescente. Le violenze (anche sessuali) praticate contro gli animali lo catturarono immediatamente e all'età di nove anni commise, probabilmente, il suo primo duplice omicidio: uccise due compagni di scuola, anche se il fatto venne considerato un incidente. A 11 anni fu condannato a una pena breve per incendio e piccoli furti, era anche il periodo in cui, seguendo le orme del padre, violentava le sorelline. A 30 anni quando si era già trasferito a Düsseldorf, durante una rapina, uccise una bambina di 10 anni. Venne condannato a 8 anni. Si sposò nel 1921 e tra il febbraio ed il novembre del 1929 uccise una decina di persone di cui, almeno la metà, venne prima stuprata. Identificato dalla Polizia venne catturato e condannato a morte. La condanna venne eseguita nel 1931.
Peter Kurten aveva confessato durante il processo altri reati ma soprattutto aveva ammesso di provare un'attrazione sessuale per il sangue che in molti casi aveva bevuto avidamente dopo aver ucciso le sue prede. Per questo motivo Peter Kurten verrà per sempre ricordato come: “Il Vampiro di Düsseldorf”.
Chi è il Vampiro?
I vampiri della realtà non hanno i denti aguzzi, non si trasformano in pipistrelli, non si bruciano al sole e per fortuna non ammazzano nessuno ma pare che esistano davvero. Quelli consapevoli di esserlo, in Italia, sono un numero esiguo dai 100 ai 200 e si dividono in tre grandi categorie:
• i vampiri elementali, quelli che prendono energia dalla natura;
• gli psy-vampires, quelli che succhiano energie psichiche dagli uomini;
• i real vampires, quelli che invece succhiano realmente il sangue.
L’ultima categoria non è da confondere con i “feticisti del sangue”, quelle persone che provano un eccitamento, perlopiù sessuale, alla vista o a contatto col sangue, si parla, invece, di persone che percepiscono una “necessità fisica” di cibarsi di sostanza ematica. Un'altra macro-differenza tra i vampiri e i feticisti del sangue è che i primi non danno nessun senso erotico al sangue e non necessariamente il partner di sangue è anche un partner sessuale.
Al contrario della letteratura horror, i vampiri si considerano esseri perfettamente umani che però possiedono caratteristiche, tra loro, simili, quali: l'iperattività notturna, la fotosensibilità, una temperatura basale più bassa della media, talvolta i cinque sensi più sviluppati, magari delle facoltà psichiche maggiorate (come l'empatia o in alcuni casi la preveggenza), umore soggetto ad alti e bassi e in generale, l'esigenza di soddisfare il bisogno di ricaricarsi di energia, che si può ottenere assumendo piccole quantità di sangue (real vampire) o assimilando energia psichica da altre persone (psy-vampire), oppure ancora traendo energia da fenomeni naturali quali le fasi lunari, l'acqua, l'energia statica dei temporali, la fioritura (vampiro elementale).
Un punto fondamentale su cui convergono i vampiri osservati, che si riuniscono per “cerimonie di sangue” e si tengono aggiornati su almeno due gruppi segreti su Facebook, è che non sono malati, non è la porfiria che li riduce a cercare il sangue o il sado-vampirismo quale perversione sessuale, queste già sarebbero state scoperte dai medici che negli anni li hanno visitati senza, a loro dire, trovare una spiegazione scientifica ai sintomi descritti. Una ulteriore prova di non-malattia consisterebbe nelle loro caratteristiche fisiche, comuni a tutti i vampiri (alcuni sensi più sviluppati di altri) e altre psicologiche come l'estrema capacità empatica e spesso, una capacità manipolativa. La “trasformazione” in vampiri - secondo questi - sarebbe dovuta a fattori ereditari che trasmettono un particolare tipo di virus, da alcuni denominato “Prione Vampirico”, altri invece lo identificano come un virus endogeno chiamato vHerv, altri ancora lo chiamano retrovirus V5, che avrebbe a loro dire il “genoma all'interno di una catena di Rna e un enzima detto transcriptasi inversa, grazie al quale riuscirebbe a copiare l'Rna virale all’interno di una catena di Dna complementare, immettendolo poi all’interno della cellula, permettendo così di diffondere l’infezione. Il vampirismo verrebbe perciò trasmesso per via ereditaria, ma, in teoria, sarebbe anche trasmissibile in caso di comportamenti a rischio, questa però è considerata un'eventualità estremamente remota, poiché, trattandosi, a quanto pare, di un agente dotato di una bassissima virulenza, potrebbe attecchire, causando contagio, solo in individui che sono caratterizzati da una determinata chimica dell'organismo. Il virus interferirebbe con il sistema nervoso facendo "prevalere" quello simpatico, rispetto al parasimpatico, provocando le caratteristiche psicologiche “speciali” di cui sono dotati i vampiri”. Sarebbe anche il responsabile di quei sintomi fisici che si verificano nei real vampires, cioè: maggior afflusso di sangue alla testa e ai muscoli e, di conseguenza, aspetto pallido e temperatura basale più bassa, ma anche maggiori capacità sia fisiche che psichiche, unite all'aumento della produzione di globuli rossi che consente una più rapida coagulazione, dunque una guarigione più veloce e una più elevata sensibilizzazione dei recettori, con conseguente fastidio per via della luce o del rumore.
Neanche a dirlo, la scienza ufficiale considera queste teorie al pari delle credenze popolari, con la differenza che, almeno le credenze popolari, a volte, una qualche attinenza con la realtà ce l'hanno.
Discorso simile per l'energia che uno psy-vampire o un vampiro elementale assumerebbe, non sono misurabili fisicamente o in qualche modo quantificabili. Gli psy-vampires sostengono che la “prova” del passaggio di energie può essere percepita in vari modi: “Potrebbe provocare un senso di stanchezza nella “fonte” (ovvero la persona da cui viene prelevata), talvolta di disagio o fastidio se ci si trova in presenza di uno psy-vampiro ostile, soprattutto se esso effettua un vero e proprio attacco psichico, magari con l'intento di nuocere e non solo di “nutrirsi”, oppure una persona potrebbe sentirsi affascinata mentre interagisce con uno psy, per via delle sue facoltà empatiche o ipnotiche. Per chi è psy, invece, la sensazione in genere è di soddisfazione e appagamento, soprattutto in presenza di alcune persone, o in determinate situazioni, o durante alcune attività. Ma spesso può capitare anche di avere l'impressione di avvertire l'interiorità di altre persone, assimilandone l'energia psichica. Il provare empatia, appunto, cioè percepire quello che altri stanno provando, una parte del loro sé, come parte di noi. Questo, in genere, può condurre gli psy-vampiri ad affezionarsi anche moltissimo alle fonti, a provare qualcosa, spesso, di molto intenso per tali persone, che potrebbe trattarsi di affetto, senso di vicinanza e di familiarità, magari identificazione, fino anche a forte attrazione, gelosia quasi morbosa, amore sconfinato. A volte gli psy possono essere molto protettivi o possessivi nei confronti di chi fornisce loro energia, poiché rappresentano una risorsa importantissima”.
Vampiri osservati in Italia
I vampiri sanguinari (o real vampires) invece fanno ricorso ai “donors” (donatori) per assumere quelle piccole quantità di sangue di cui necessitano. Le quantità sono simili per tutti i real vampire e più o meno si sostanziano in circa un cucchiaino da caffè, assunto ogni 15-21 giorni. Per essere più attinenti la quantità di sangue è pari a quello che esce dopo alcuni tagli superficiali asportato con una o due suzioni. I real vampires, ben consapevoli di non essere immortali e immuni alle malattie, sono molto attenti alla salute e di conseguenza assumono sangue di persone che gli forniscono la prova, sotto forma di documentazione medica, di assenza di malattie trasmissibili. C'è da chiarire subito che i donatori semplici sono una vera rarità in un gruppo, solo il 3% sono semplici donatori, tutti gli altri sono real vampires che donano sangue oltre che “bere”. Per chi dovesse pensare ad una ritualità pericolosa dal punto di vista sanitario o giuridico dovrà ricredersi, al pari degli amanti del Bdsm, il vampirismo è rigidamente S. S. C. - Sano, Sicuro, Consensuale e praticato tra adulti.
I real vampire non hanno denti aguzzi e quindi non mordono, perchè, seppur molto suggestivo, sarebbe un sistema “poco pratico” di raggiungere il sangue e molto doloroso per il donatore. In genere si utilizzano le lamette che fanno un taglio preciso, il quale, si rimargina in fretta e senza lasciare segni permanenti.
I vampiri più esperti affermano che: “non c'è bisogno di fare tagli profondi o di grandi dimensioni, anzi è assolutamente sconsigliato, meglio fare doccia o bagno caldo prima di procedere (fa aumentare il flusso di sangue) a quel punto basterà fare un piccolo taglio, possibilmente in zone poco visibili e lontano dai principali vasi sanguigni, ad esempio il dorso dell'avambraccio o le spalle. Un taglio a X permette di far uscire una discreta quantità di sangue senza lasciare cicatrici. Una valida alternativa sono le lancette per diabetici, facilmente reperibili e a basso costo, sono igieniche e non presentano rischi. E' sconsigliato invece l'uso di siringhe per effettuare i prelievi alle persone non qualificate, per quello sarebbe bene fare un corso di primo soccorso per una maggiore sicurezza”.
Dal punto di vista dell'inclusione sociale, sarebbe il caso di affermare che “i vampiri sono tra noi” nel senso che hanno lavori o cicli di studio assolutamente normali, sono padri e madri e non vestono in maniera così eccentrica da essere immediatamente scoperti.
Sono sicuramente attratti dall'esoterismo, la maggior parte praticano religioni pagane, prima fra tutti il satanismo, tuttavia dicono di rispettare la legge, essere contrari alle droghe e di rispettare il prossimo. Questo è un punto importante, il donatore infatti è sempre un volontario adulto e sano.
Il sangue per i real vampires gioca un ruolo fondamentale, praticamente tutti hanno iniziato con l'autovampirismo succhiandosi il sangue da una ferita già da bambini ed evidentemente, questa esperienza gli ha fatto scoprire che questa sostanza ne placava la “sete”. Quest'ultima si deve intendere quale bisogno di un vampiro di recuperare una qualche energia che lo aiuta nei momenti di spossatezza. La quantità di sangue che assumono in vampiri sanguinari è grosso modo la stessa anche se il periodo di ultima assunzione è lontano nel tempo, ad ogni modo preferiscono ingerire piccolissime quantità di sangue. Qualcuno soprattutto sui social network ha affermato di nutrirsi di elevate quantità di sangue, facendo immaginare un commercio di sacche di sangue utilizzate per far nutrire i vampiri e scatenando così paure ingiustificate, nell'opinione pubblica. In realtà coloro che affermano di bere grandi quantità di sangue sono bollati dai real vampires, quali “poser”, insomma: “pallisti”, “sparapose” e “sboroni”.
Considerazioni finali
I vampiri lamentano difficoltà fisiche e di concentrazione che arriva ad un senso di debolezza generale simile a quella che si potrebbe percepire in una dieta molto povera, se non assumono nutrimento (sangue per i real vampire, energie psichiche per gli psy-vampires, energia della natura per i vampiri elementali). E' utile segnalare che l'assunzione di sangue non è legata alla dieta, ci sono alcuni casi di real vampires vegetariani e anche per quanto riguarda i gusti culinari, i vampiri sanguinari non sembrano preferire, al di sopra della media, il consumo di carne poco cotta (“al sangue” appunto). Il sangue animale non sembra essere un alimento per vampiri.
I real vampires, secondo quanto da loro stessi affermato, bevono sangue di altri e poi donano il proprio, oppure praticano autovampirismo. Appare ovvio che la credenza di un sangue “fonte di energia”, presente nella tradizione esoterica, sia quanto serva per minimizzare la dissonanza cognitiva di ognuno di loro. Tuttavia, non esistendo sostanza che fornisce più energia di quanta ne serve per produrla, sembra che questa credenza sia poco applicabile alla realtà. In pratica, il sangue perso sarà sempre più importante del sangue assunto, sia in termini calorici che in termini “energetici”. Il senso di soddisfazione che appare genuino dopo l'assunzione di sangue da parte di un vampiro, deve allora ricondursi ad una soddisfazione psicologica che nulla ha a che fare con la fisica degli elementi e degli alimenti.
Un ragionamento simile è applicabile ai vampiri elementali, tutti noi ci sentiamo rigenerati, respirando l'aria dopo un temporale soprattutto se primaverile, questo non vuol dire che siamo vampiri. La stesso discorso sembra valere per gli psy-vampires, ci rigenera interagire con una persona per cui proviamo una certa empatia. Addirittura quando un medico è abbastanza esplicativo, tranquillizzante e gentile ci fa sentire meglio anche se non ci prescrive medicine. Sensazioni che prova ogni essere umano, a cui i vampiri danno una importanza maggiore.
Rispetto al clamore che suscita il vampirismo tra i criminologi, il gruppo osservato è estremamente mite, nessuno di loro ha mai ucciso animali per il piacere di farlo, non fanno osservare comportamenti sessuali più estremi rispetto al resto della società, non ammazzano i genitori ed amano i figli.
Appare sicuramente all'interno del gruppo dei vampiri una certa insoddisfazione unita al fatto di percepirsi poco compresi dalla società se non all'interno del gruppo. Emblematico è il fatto che in pochissimi di questi hanno confessato ai genitori o ad amici non facenti parte di gruppi esoterici la loro pratica. Anche l'infanzia, spesso, sembra non essere un momento di particolare felicità.
Allo stato, al contrario delle osservazioni fatte in precedenza, essere un “vampiro” non è sinonimo di personalità maggiormente a rischio dal punto di vista della possibile azione criminale violenta cosi come paventato da alcuni, ma il gruppo osservato sembra a rischio come qualsiasi altro gruppo sociale di pari età, sesso ed estrazione sociale. Al contrario l'assunzione di “energie” va ad appagare una possibile mancanza di certezze, che viene sostituita dalla ritualità di prendere “qualcosa di magico”, per essere rassicurati nel mondo in cui si vive.
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