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ottobre-dicembre/2016 - Articoli e Inchieste
L'altra faccia della medaglia
Dracula, Zingari e Romania - La legenda raccontata da Aspazia, una zingara romena
di Leandro Abeille

Non avrebbe senso fare gossip su un uomo vissuto tra il 1431 e il 1476, del quale, senza Bram Stoker nessuno, se non qualche sparuto esperto di storia romena, ne conoscerebbe l'esistenza. Invece Vlad III Tepes (l'impalatore), Draculea (figlio del drago), nella versione romanzata si è trasformato ed è diventato Dracula il Vampiro. Il nome deriva dal vero stemma del casato di famiglia raffigurante un Dragone, il Dracul, intorno ad una croce. Il Padre, Besarab Vlad II Dracul era membro del segretissimo Ordine (tedesco-ungarico) del Drago, formato da quelli che difendevano la cristianità dall'Islam. Vlad III (da ora semplicemente Vlad) non ebbe un'adolescenza felice, fu lasciato dal padre quale ospite/ostaggio, insieme al fratello, al sultano ottomano, in cambio della sua vita. Da questo momento iniziano i pettegolezzi, sul giovane Vlad che riempirà di morte e sangue la sua vita.
Le informazioni che seguono non sono verificabili, non sono fonti storiche, si tratta solo di leggende popolari, ascoltate, non senza una qualche difficoltà, in Transilvania durante un piovoso pomeriggio primaverile di qualche anno fa, raccontate da Aspazia, una zingara con la fama di strega, davanti ad un decotto di erbe amare appena mitigate da abbondante miele. Nelle sue storie forse non c'è nulla di vero ma, incredibilmente, spiegano la saga dei vampiri così come riportata nella cinematografia, nella letteratura e nelle paure delle persone.
Dracula adolescente visse insieme al fratello, ostaggio del Sultano Murad ad Adrianopoli, questo non lesinò di fornire cultura superiore e preparazione militare ai due ragazzi di 13 e 9 anni ma al tempo stesso, non gli fece mancare le proprie attenzioni intime. Attenzioni sempre rifiutate con sdegno e con forza da Vlad, il quale, puntualmente, ne subiva le violente conseguenze, al contrario del fratello Radu detto "il grazioso" di cui, in una cultura prettamente maschilista, si vociferava la precoce omossessualità.
Qualche anno dopo iniziò una crociata contro i turchi che però respinserò facilmente i cristiani, il padre di Vlad, Besarab, indicato quale capro espiatorio dal Cavaliere Bianco Hunyadi (che aveva disastrosamente condotto la guerra), perse i suoi possedimenti in Valacchia e Transilvania. Il Sultano allora propose a Vlad di mettersi alla testa dei suoi uomini, combattere per lui e vendicarsi per la sua famiglia. Dracula accettò. Con l'aiuto delle truppe musulmane, riconquistò alcuni possedimenti di Besarab e, successivamente, con un'abile connubio di forza, strategia e astuzia, dopo la caduta di Bisanzio, riprese Tirgoviste, centro della Valacchia e del possedimento che era stato del padre. E' emblematico come le leggende raccontino la battaglia per la conquista della città. Saputo che nelle fila avversarie era presente l'assassino di suo padre Besarab, Vlad lo sfidò a duello, mentre le truppe immobili stavano a guardare. Vlad decapitò il suo avversario e, mentre la testa ancora rotolava, in un macabro abbraccio, il voivoda (principe guerriero, anche così veniva definito Dracula) teneva in piedi il corpo mozzato, il sangue, spinto dalle ultime compressioni del cuore, zampillando a fiotti all'esterno, ne bagnava il viso ma non ricadeva tutto a terra. Dracula - diranno le truppe avversarie - sembrava cibarsene.
Ritornato in possesso della Valacchia, la reputazione di Vlad si fece piuttosto oscura, era un bell'uomo, molto affascinante, ma molto violento che puniva con estrema rigidità le mancanze e i tradimenti, inoltre, pare che riuscisse ad ottenere qualsiasi cosa volesse. E' il caso della moglie veneziana del capo della Gilda degli orafi di Sighisoara, città natale di Vlad; la bella signora abitava ancora di fronte al palazzo natio di Dracula, il quale, si dice che sognasse di lei nella pubertà. In età adulta diede seguito alle sue fantasie adolescenziali, con la complicità della bella e più grande veneziana, che apprezzava, di certo, le attenzioni morbose e la vigoria del bel Dracula. Pare che per lei Vlad si spostasse dalla non vicinissima Tirgoviste, sede dei suoi possedimenti, ad una velocità ben superiore alla capacità che avrebbe dato il più veloce dei cavalli e che si presentasse alla sua amante sempre di notte dopo l'alzarsi della bruma. Gli incontri avvenivano in segreto col solo silenzio consapevole dello spaventatissimo marito, silenzio rispettato anche quando i segni del passaggio di Vlad sulla moglie erano più che inequivocabili, infatti, il massiccio uso di ciprie non nascondevano più i lividi sul collo della donna. Pare nasca da questo pettegolezzo, la storia del morso sul collo dato dai vampiri, anche se i segni sulla donna veneziana non dovevano essere i canonici due buchini. A questo gossip si associa un fatto più storico, pare che una delle tante concubine di Dracula fosse così follemente innammorata e vogliosa di essere sposata da inscenare una falsa gravidanza. Scoperto il trucco, durante una cena, Vlad uccise la donna trafiggendone la pancia con un'affilatissima lama di Toledo, giustificandosi con i commensali poichè era stato tratto in inganno, lo aveva cercato, ma evidentemente, non c'era nessun figlio suo, nel grembo della poverina. Detto questo, con le mani ed il viso intriso di sangue, continuò tranquillamente il suo pasto.
Altro fatto storico fu il primo atto di vendetta di Vlad nei confronti degli odiati turchi nel 1462, quando diventò "il cristiano più amato d'Europa", perchè l'unico a frapporsi alla spinta espansionistica di Mehemet II. Dracula riuscì a fermare le truppe del sultano senza combattere ma semplicemente accogliendo gli invasori su strade ai cui margini erano impalati vivi migliaia di loro compatrioti, catturati nei mesi precedenti. Fu così tanto il terrore ed il disgusto per quelle scene strazianti che i turchi fuggirono via, inseguiti dalla fame e dalla peste nera inviata (si mormora) dal Vlad mediante un maleficio. Questo ed altri episodi simili diedero a Vlad il nomignolo di "Tepes" (l'impalatore) anche se - e questa notizia è puro gossip zingaresco - lo avesse già almeno nella segretezza dell'alcova, sia per doti oggettive, sia per una smodata attività amorosa che fecero di lui il piu temuto tra i mariti e tra i nemici .
Ad ogni modo, non la frenetica attività sessuale ma il costante ricorso agli impalamenti fece alienare da Vlad le simpatie del papato di Roma e dei re cristiani. Furono tantissimi i boiardi sassoni, infatti, impalati da Dracula che, perso l'appoggio degli "sponsor" storici decise, per mantenere il potere, di votarsi a forze oscure. Forze oscure capitanate da Giuda il traditore di Gesù, indicato nel racconto della zingara quale primo vampiro della storia, condannato, a causa del suo tradimento, a vagare per sempre senza il conforto del riposo eterno. Da questo fatto deriva la supposta "non-morte" dei vampiri.
L'ultima leggenda raccolta su Dracula è quella della sua morte, non per mano umana ma per il morso di un enorme lupo che gli stacco la testa dal corpo, già trafitto da una lancia. L'animale, probabilmente, era della stessa stirpe che attaccava i romani fondatori di Alba Julia e che impedì -secondo la zingara – la successiva conquista della Dacia da parte dei legionari, decimati dai lupi dei Carpazi. Fino a quel momento i lupi erano stati alleati e grati a Vlad, poichè questi li onorava con sacrifici umani, pare infatti, che Dracula non amasse solo impalare le sue vittime ma molte le faceva legare ad alberi in montagna, dove nel giro di un paio di giorni, grazie proprio agli amici con le zanne, ne rimanevano solo gli scheletri.
Tutte leggende e nessuna verità, lasciando casa della zingara che mi ha ospitato e intrattenuto con questi racconti, rifiuto l'invito a cena della gentile vecchietta, era troppo l'aglio che metteva nella ciorba (zuppa) che stava preparando. Dopo aver pagato i 30 lei (circa 8 euro) pattuiti, prendo appuntamento con la zingara per il giorno dopo, pare ci fossero ancora un paio di cose da sapere. Purtroppo non ho più ritrovato la casa della vecchina, dissolta nella nebbia e nel labirinto di strade del villaggio vicino a Sinaia.

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