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Settembre-Ottobre/2011 - Laboratorio
Info@laboratoriopoliziademocratica.org - www.laboratoriopoliziademocratica.it
Indignati dalle parole del Questore
di La segreteria di base Silp Cgil – Roma

Gravi, inaudite e senza precedenti le dichiarazioni del questore di Roma, in occasione del trentennale dall’omicidio del Vice questore Sebastiano Vinci, già dirigente del commissariato di Primavalle.
Nessun questore, prima dell’attuale, si era permesso di pronunciare un epitaffio con allusioni o supposizioni di una gravità così inaudita all’indirizzo del funzionario assassinato dalle Brigate Rosse il 19 giugno 1981.
Ai presenti, ai più, sarà sicuramente sfuggito un passaggio fatto dal questore, ricordando il nostro dirigente, e più esattamente quando ha tenuto a sottolineare, con enfasi, che “forse” Vinci è stato assassinato per uno “scambio di persona”!
Forse questa boutade agli occhi del questore potrebbe essere una giustificazione di un omicidio, con l’obiettivo di lenire il dolore dei familiari e di chi visse quel momento o di riportare in vita lo stesso Vinci? Così non é.
Dal nostro punto di vista è stata un?uscita infelice, molto infelice!
Non sappiamo su quali elementi si siano basate le dichiarazioni del questore di Roma, ma se l’attuale massimo esponente della questura di Roma, ha degli elementi probanti per comprovare quanto enunciato, lo invitiamo a rendere dichiarazioni spontanee alla magistratura, facendo riaprire le indagini sull’omicidio del dr. Vinci, alla luce delle supposizioni avanzate dallo stesso questore.
Siamo indignati da queste asserzioni, perché la morte di Vinci, noi, l’abbiamo vissuta in diretta, prima, durante e dopo il tragico evento. Ieri, come oggi, l’appello che si alzava dall’allora dirigente e da tutto il personale dell’epoca, e che prosegue anche ai giorni d?oggi, è rimasto pressoché inascoltato da tutti i questori che dal 19 giugno 1981 ad oggi si sono alternati sulla più alta poltrona della questura di Roma.
Vorremmo rammentare che questo è stato un grande commissariato con grandi funzionari, da Vincenti a Vinci, da Bergamo a Carnevale passando per tanti altri. L’ironia della sorte volle che “per uno scambio di persona”, Vinci non riuscisse mai a diventare questore, mentre per altri, purtroppo, ciò è avvenuto.
Per noi, il 19 giugno di ogni anno, non è una mera passerella dell’ipocrisia, ma una giornata che riapre una ferita mai chiusa definitivamente.
Quando ci lanciavano le bottiglie molotov al passaggio delle nostre Volanti, noi c’eravamo. Come noi c?eravamo quando lanciarono delle bombe contro il Commissariato. Noi c’eravamo quando Primavalle era sulla cronaca dei giornali, per sparatorie e fatti di sangue, un giorno si e l?altro pure. Noi c’eravamo quando Vinci ogni giorno ci voleva attorno a se con i suoi breafing allertandoci al peggio che era dietro l?angolo, e che, purtroppo, non riuscimmo a prevenire.
Noi c’eravamo quando tutto l?elenco del personale del commissariato fu trovato in una lista delle Br il cui covo era a poche centinaia di metri dal commissariato stesso. Noi c’eravamo quella mattina quando soccorremmo Vinci e il suo autista Votto, crivellati di colpi e riversi grondanti di sangue, nella scassata macchina di servizio.
Noi c’eravamo, in prima linea, con Vinci, e per certi aspetti ci siamo ancora.
Se il ricordo di Vinci, deve essere una ricorrenza istituzionale e una passerella per dire eresie, è bene allora che questo sia l’ultimo anno che ciò avvenga.
Questore Tagliente, crediamo che Lei abbia fatto quel passaggio su Vinci in maniera del tutto inconsapevole, perché se ciò non fosse le ribadiamo di portare a conoscenza della magistratura di ciò che sino ad oggi non è emerso, perché noi, più di Lei, vogliamo la verità su Vinci, la verità vera, e se Lei è custode di una verità diversa rispetto a quella uscita dalle aule di Tribunale, ha l’obbligo morale, etico, deontologico e giuridico di rivolgersi alla magistratura, e ciò lo deve a Vinci, ai familiari dello stesso e a noi che abbiamo vissuto quei momenti con il nostro “Lion”, così come chiamavamo amichevolmente il nostro dirigente Sebastiano Vinci.

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