Tutti col naso all’insù in quel fine ottobre-inizio novembre del 1966. A Firenze e dintorni le piogge sono incessanti, l’Arno continua a gonfiarsi e la preoccupazione cresce, ma non al punto da far sospettare il disastro. Unica pausa con qualche schiarita nel giorno di Ognissanti, ma poi le precipitazioni diventano torrenziali il 3 novembre, vigilia della festa delle Forze armate e dell’unità nazionale: allora non si lavorava e la coincidenza, probabilmente, evitò che il numero delle vittime lievitasse in maniera esponenziale.
L’incubo si materializza all’alba del 4. Poco dopo le 5 il fiume rompe gli argini all’altezza del Lungarno Acciaioli e del Lungarno delle Grazie, mentre il torrente Mugnone inonda la zona del Parco delle Cascine. Nel giro di 12 ore Firenze viene sommersa da 80 milioni di metri cubi d’acqua, nulla viene risparmiato, compreso il centro storico, a cominciare dalle strade intorno a Santa Croce. Alle 9 Piazza Duomo è allagata e in diversi quartieri l’acqua è già a 3 metri d’altezza: in alcuni punti arriverà a 5 metri. Una delle sequenze più drammatiche al carcere delle Murate: gli abitanti soccorrono i detenuti e li ospitano nelle proprie abitazioni: uno di loro, 25 anni, muore annegato.
30.000 le auto travolte, 18.000 le famiglie alluvionate e 4.000 i senza casa. Saltano telefoni ed elettricità, strade e ferrovie sono off limits, la città è isolata. Arriva l’appello via radio del sindaco Bargellini: “Fiorentini! Invito tutti alla calma e a ridurre al minimo la circolazione, prego i possessori di battelli di gomma e di mezzi anfibi di farli affluire a Palazzo Vecchio per i soccorsi…”. Ma l’alluvione non riguarda solo Firenze. Scandicci, Lastra a Signa sono allagate, così come San Mauro a Signa, Montelupo Fiorentino e Campi Bisenzio, dove l’acqua arriva a 4 metri d’altezza. Esondazioni anche a Prato e Sesto Fiorentino. Insomma, poco a poco la situazione diventa critica in altre zone della Toscana, da Empoli al pisano, ma anche a Grosseto, a causa dello straripamento dell’Ombrone.
Sembra incredibile, ma solo nel 2006, nel 40/mo dell’alluvione, viene diffuso l’elenco ufficiale delle vittime, inviato nel dicembre del ’66 dall’allora prefetto di Firenze al ministero dell’Interno. Nel complesso furono 35 i morti, 17 a Firenze e 18 nel resto della regione. La maggior parte di quelli che hanno perso la vita in città erano anziani rimasti soli in casa, alcuni dei quali invalidi. Non va dimenticato che, quello stesso giorno, altre decine di persone muoiono in seguito ad un’altra alluvione al Nord, che colpisce Trentino-Alto Adige, Veneto e parte della Lombardia.
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