Dopo ampia ed approfondita discussione, nella seduta del 19 settembre scorso, sono stati selezionati tra più di venti volumi dalla Commissione del Premio Fedeli presieduta dal prof. Giuseppe Giliberti, i tre finalisti del 2016.
“Il tempo delle iene” di Carlo Lucarelli, “7-7-2007” di Antonio Manzini e “I bambini sardi non piangono mai” di Gesuino Némus saranno ora proposti alla lettura della Giuria, che valuterà la qualità letteraria, la tecnica giallistica, la figura del protagonista e la veridicità delle tecniche di indagine.
Il Premio Fedeli, organizzato dal Siulp di Bologna, si terrà il 6 e 7 novembre (date da confermare), alla presenza dei tre finalisti. L’evento è in corso di accreditamento presso gli Ordini degli Avvocati e dei Giornalisti.
Per informazioni: www.bosiulp.it premio.fedeli@gmail.com.
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I TRE LIBRI FINALISTI
Manzini, 7-7-2007, Sellerio, pp. 384, € 14
Nel luglio del 2007 Roma è flagellata da acquazzoni tropicali e proprio nei giorni in cui Marina se ne è andata di casa perché ha scoperto i «conti sporchi» di Rocco, al vicequestore capita un caso di bravi ragazzi. Giovanni Ferri, figlio ventenne di un giornalista, ottimo studente di giurisprudenza, è trovato in una cava di marmo, pestato e poi accoltellato. Schiavone comincia a indagare nella vita ordinata e ordinaria dell’assassinato. Giorni dopo il corpo senza vita di un amico di Giovanni è scoperto, in una coincidenza raccapricciante, per strada. Matteo Livolsi, questo il suo nome, è stato finito anche lui in modo violento ma stavolta una strana circostanza consente di agganciarci una pista: non c’è sangue sul cadavere.
Némus, I bambini sardi non piangono mai, Elliot, pp. 193, € 17,50
Il paesino sardo di Telévras si tinge ancora di giallo con il ritrovamento di due morti: prima un cadavere ‘sparato in faccia’ e poi, a distanza di qualche giorno, uno scheletro in una grotta.
Il giovane capitano dei Carabinieri incaricato delle indagini non sa da che parte iniziare e la collaborazione dei cittadini è nulla: nessuno ha visto o sentito niente. Nel frattempo Gesuino, ormai ritornato a casa dopo una vita passata in manicomio, inizia a scrivere un altro dei suoi libri, sempre con la speranza che possa essere pubblicato. Si tratta di una storia che risale al 1968, quando si inneggiava alla liberazione della Sardegna, mentre le Università bruciavano e il mondo sembrava dovesse, finalmente, cambiare.
Lucarelli, Il tempo delle iene, Einaudi, pp. 208, € 18
Ma si può davvero, e così in tanti, morire per niente, si chiede, stupefatto, il capitano Colaprico, che indaga con il carabiniere indigeno Ogbà – scrigno di sapienza e ironia – sulla improvvisa epidemia di morti più che sospette che colpisce la Colonia Eritrea? Certo che è possibile, se quel niente vale molto più dell'oro, in quella sorta di Far West che è diventata la colonia negli anni subito dopo la sconfitta di Adua, quando l'Italia non sa bene che fare del suo sogno africano. Un sogno che forse cova un incubo sconcertante, e attualissimo più che mai, ancora oggi. Benvenuti nel tempo delle iene.
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