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Luglio-Settembre/2016 - Mondo Poliziotto
Siulp
Lo strano caso di Mirandola
di Lorenzo Baldarelli

Un territorio strategico per la nostra economia dopo quattro
anni è ancora privo del Commissariato di Polizia; i pochi agenti
in strada sono costretti a sacrifici sempre più pressanti e le promesse
della politica si fanno sempre più sirene per marinai


A 34 Km da Modena, un'antica città-fortezza rinascimentale lotta ancora per la sua sopravvivenza. Dopo i terremoti a catena del 20 e del 29 maggio 2012, che hanno causato quattro vittime, a Mirandola poche cose sono rimaste in piedi. Oltre ai danni subiti dallo splendido Duomo e la chiesa di San Francesco d'Assisi, anche la sua economia locale è stata duramente colpita.
Mirandola è il comune più popoloso dell’Unione dei Comuni Modenesi Area Nord e il cuore del settore biomedicale italiano. La sola zona di Mirandola produce l’1% del PIL nazionale. Grazie al lavoro del farmacista Mario Veronesi, dagli anni Sessanta Mirandola è diventata la capitale dei prodotti monouso per uso medico, arrivando a raggruppare un centinaio di aziende del settore.
Un territorio del genere è strategico per il nostro Paese e andrebbe controllato con adeguata attenzione. I fatti, però, ci raccontano una storia diversa, diciamo particolare. Oltre all’endemica mancanza di uomini, a Mirandola la Polizia di Stato deve affrontare anche un secondo problema: l’assenza di un’adeguata struttura per lavorare.
Sono passati ormai quattro anni dalla data dei violenti sismi, ma le sedi del Commissariato di P.S. e il Distaccamento di Polizia Stradale ancora sono ben lontane da essere definite accettabili. ≪Queste due costruzioni - specifica il segretario generale provinciale del Siulp Michele Stragapede, in una lettera del 16 settembre alle Autorità competenti - non hanno i minimi requisiti previsti per le caserme di Polizia, sono prive di celle o camere di sicurezza, di sistemi idonei di sicurezza passiva, di alloggi collettivi o individuali e sono sprovviste di quelle caratteristiche fondamentali per consentire un lavoro efficace ed in sicurezza. Basti pensare che il Commissariato di P.S., ospitato in un edificio privato destinato a civile abitazione, edificato nei primi anni del ’900, è dislocato su più livelli di questa struttura, condividendo gli spazi comuni con appartamenti privati, uffici e studi medici≫.
Per il Siulp ≪la Polizia di Mirandola sta pian piano riducendosi al lumicino, non solo a livello di organici≫. I problemi logistici gettano un’ombra scura sul futuro di quel territorio. ≪Riteniamo - sottolinea Michele Stragapede - che la sicurezza, soprattutto in un territorio in cui sorgono le maggiori aziende biomedicali della nazione, sia un investimento e non un costo≫.
Ma facciamo un salto indietro di quattro anni. Il 29 maggio 2012 alle ore nove, una seconda scossa (la prima avvenne il 20 maggio) di magnitudo 5,8 con epicentro situato nella zona compresa fra Mirandola, Medolla e San Felice sul Panaro, sbriciola praticamente tutto quello che non è in calcestruzzo. Il sisma ha interessato un'area di 967 chilometri quadrati, pari al 36% dell'intero territorio provinciale, al cui interno vivono oltre 227mila persone. Centri storici, edifici rurali, capannoni e aree commerciali, artigianali e industriali subiscono i danni maggiori. Anche gli edifici pubblici sono colpiti duramente.
Gli emiliani nei secoli hanno dimostrato di essere un popolo dedito al lavoro e all’innovazione. In Emilia sono nate la Ferrari, la Ducati, il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma. Ma è nata soprattutto l’Università più antica del mondo, ci sono le città e i Comuni dove si vive meglio ed è il primo territorio in Italia per numero di prodotti a marchio Dop e Igp. Ma da subito è chiaro a tutti che c’è bisogno di una mano. Da subito osservatori attenti iniziano a suggerire l’intervento dell’Esercito per controllare i siti e scongiurare le azioni di sciacallaggio. Il Siulp, inoltre, richiede un provvedimento, vista la non agibilità degli uffici della Polizia, che faccia slittare di alcuni mesi le scadenze per i permessi dei lavoratori stranieri.
Dobbiamo immaginare che la situazione, nei primi mesi di giugno del 2012, in quel territorio è veramente complessa, basti pensare che gli stessi operatori di Polizia a fine turno dovevano affrontare gli stessi problemi degli sfollati, a loro non è stato garantito nessuno status particolare, anzi. E le condizioni generali non migliorarono subito. Il 27 luglio 2012, il segretario del Siulp Felice Romano manda una lettera al Capo della Polizia: “I colleghi di Mirandola dicono di sentirsi abbandonati≫, a differenza dell’Aquila a Mirandola l’Amministrazione non si è fatta vedere, manca quella solidarietà che è anche riconoscimento per il lavoro svolto da poliziotti e uomini ≪che vivono il loro dramma personale, familiare e professionale in solitudine≫. Gli uomini del Commissariato e del Distaccamento di Polizia Stradale di Mirandola hanno competenza ≪su un vasto territorio qual è il Comprensorio dei Comuni Area Nord≫ abitato da 100mila persone con 15mila immigrati. I poliziotti di Mirandola richiedevano di lavorare in una struttura adeguate e un aumento del monte ore di straordinario, utile a garantire il surplus di lavoro. In vista anche dell’allarme lanciato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena, sul rischio d’infiltrazioni mafiose”.
La risposta del ministro Cancellieri arriva ad agosto, sotto forma di un assenza pesante durante una visita ai Pompieri a San Felice. Alla sua terza visita al cratere, l’ex ministro dell’Interno snobba ancora una volta gli uomini della Polizia di Stato. Uomini che ora sono costretti a lavorare in uno stabile di fortuna gentilmente prestato da un costruttore mirandolese, Claudio Reggiani. Il Sindacato italiano Lavoratori di Polizia rispone con un comunicato che si apre con: ≪”E tre!≫ Come le visite del Ministro Cancellieri, che solo a settembre rompe gli indugi e organizza un incontro con i sindaci dell’Area Nord e tutte le realtà correlate al post sisma. Ovviamente interviene anche il Siulp”.
Da questo punto in poi la storia si delinea in un contesto fumoso e rarefatto. Tra sopralluoghi di onorevoli, questioni tecniche sulla futura sede del Commissariato, lettere del ministero dell’Interno, e più in generale a tutte le Autorità competenti, passa un anno. Ora il premier è Letta e il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Le condizioni degli agenti però sono le stesse. Il Siulp con il suo segretario provinciale, Bruno Fontana, organizza un presidio a Mirandola. ≪”Le sedi sono così provvisorie - chiosa Fontana - che se arrestiamo qualcuno non sappiamo dove metterlo e chi ha bisogno di noi deve attendere fuori da un container, a volte anche ore, sotto qualsiasi intemperie”≫.
Girandola di articoli sui quotidiani locali e interrogazione in Regione da parte dei socialisti. Poco altro. Solo il 15 febbraio 2014 viene tagliato il nastro del nuovo e provvisorio Commissariato di Mirandola, in via Fulvia. Ma la storia non è affatto terminata.
Nello stesso giorno, infatti, è sempre il Siulp a denunciare l’ingiusto trattamento subito da Claudio Reggiani da parte dello Stato. L’imprenditore mirandolese ha praticamente messo a disposizione gratis per 18 mesi le sue proprietà per ospitare Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Polizia Stradale. Claudio Reggiani, oltretutto, ha sistemato nel tempo: Palazzo Porta, la nuova sede della Polizia di Stato, mettendo a disposizione due appartamenti, ha ristrutturato la caserma dei Carabinieri ed era pronto a donare il terreno dove costruire il nuovo Commissariato. Ma l’Amministrazione gli recapita una lettera dove in sostanza si afferma ≪che lui - a due anni dal terremoto - deve accettare che nessuno lo paghi≫.
La sede provvisoria, inaugurata dal viceministro di allora Filippo Bubbico, dovrebbe essere solo il primo passo per risolvere la complessa situazione di Mirandola. In una lettera consegnata proprio a Bubbico dal Siulp, si denuncia anche una carenza di personale che si è acuita≫ per via di ≪trasferimenti senza cambio ed assenze legittime del personale≫.
A marzo il Siulp proclama lo stato di agitazione. Le promesse del Prefetto e del questore non sono state mantenute: c’era l’impegno del questore a trasferire quanto prima, poliziotti a Mirandola, per aumentare l’organico della locale Squadra Volante i cui operatori, con notevole senso del dovere si prodigano per rispondere alle tante richieste d’intervento≫. Nella nota del Siulp si fa anche riferimento ai problemi strutturali, si auspica un intervento ≪atto a portare avanti la costruzione della nuova e definitiva sede che dovrebbe ospitare Commissariato e distaccamento di Polizia Stradale≫.
Ad agosto 2014, il ministero dell’Interno invia un’ennesima lettera alla Segreteria nazionale Siulp: viene stabilito che ≪l’ex 'Casa del Fascio' diventerà la sede definitiva, previa ristrutturazione, del Commissariato di P.S. e del Distaccamento di Polizia Stradale≫. Peccato che la 'Casa del Fascio' ≪non potrà essere disponibile prima di 5-6 anni≫.
Arriviamo a gennaio 2016, per quattro anni si è praticamente solo discusso. A fine dicembre il ministro Alfano emana un decreto in cui si riesce solo ad attestare la situazione di disagio del Commissariato e del distaccamento della Polizia Stradale di Mirandola. In un territorio dove ormai molte sedi pubbliche sono ormai doppie, ristrutturate quelle vecchie e ricostruite di nuove, solo la Polizia sembra essere lasciata sola.
Il segretario generale provinciale Michele Stragapede, nella lettera del 16 settembre alle Autorità competenti, si chiede visto il caos di progetti, approvati e avanzati; perché, se è ≪prevista≫ la consegna entro il 2018, ≪ad oggi neanche “una pietra è stata smossa” nell’edificio da ristrutturare? Come mai nessuno ha più avuto notizie certe su una ipotetica data di inizio lavori?≫
La paura è che viste le recenti tragedie legate ai terremoti in Centro Italia, la questione di Mirandola venga coperta da ≪una spessa coltre di fumo, tale da farla sparire completamente≫.

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