Le quattro specialità della Polizia di Stato (Stradale, Ferroviaria, Postale, Frontiera) rappresentano circa un quarto del suo organico complessivo e sono elemento fortemente caratterizzante dell’apparato. E’ l’unico, infatti, tra le cinque Forze di Polizia nazionali, che sotto il profilo organizzativo ha preferito formare e specializzare il suo personale per specifica attività di competenza.
Questa peculiarità, molto cara ai suoi appartenenti e tenacemente difesa dal Siulp, consente di distinguere un “professionista” da un “tuttologo” in materia di sicurezza.
Ovvio che questo tipo d’organizzazione, opposta a quella tendente alla massificazione delle competenze, comporti maggiori costi. Sia con riferimento a quelli derivanti da una minore versatilità d’impiego della “risorsa umana”, sia a quelli occorrenti per una formazione/aggiornamento meno generalista e più specialistica.
Ma attenzione! A nostro avviso si tratta di maggiori costi solo apparenti. E non solo perché ogni euro destinato alla sicurezza rappresenta un investimento e non un costo, ma anche in ragione del fatto che solo un alto livello di competenza consente di raggiungere standard d’efficienza e sicurezza che, è risaputo, sono volano necessario allo sviluppo d’ogni Paese moderno.
Purtroppo da lungo tempo, invece, e soprattutto in tempi di crisi acuta come quelli attuali, la spasmodica politica dei tagli anziché promuovere reali riforme capaci d’incidere su diseconomie e sovrapposizioni, finiscono per colpire proprio quelle che possono definirsi “eccellenze”. Tra queste, non v’è dubbio, rientrano anche le cdosiddette specialità della Polizia di Stato che andrebbero difese e se possibile rafforzate.
Da qui la nostra contrarietà alle varie ipotesi sin qui adombrate dal Dipartimento che, sebbene ammantate da buoni propositi, sostanzialmente puntano ad un ridimensionamento dei presidi di specialità (ahimé vedi accorpamento delle scuole di specializzazione nei servizi di Polizia Ferroviaria, postale e di Frontiera in quello della Polizia Stradale di Cesena) per rimediare al deficit cumulato dal blocco delle assunzioni e all’incapacità d’incidere realmente rispetto alle sacche di spreco e sovrapposizioni che pure esistono.
A questo proposito, sempre rimanendo nell’ambito delle specialità, esiste un versante rispetto al quale sarebbe possibile promuovere una “vera riforma” suscettibile di determinare tutta una serie di effetti collaterali virtuosi. L’idea sarebbe una sorta di “terza via” intermedia tra l’integrale conservazione del modello attuale e quella del suo progressivo abbandono.
La proposta, ovviamente da approfondire in tutte le sedi opportune a partire da quella sindacale, sarebbe di ancorare le specialità all’Autorità provinciale di P.S. sottraendole agli attuali Compartimenti e Zone istituiti in ambito regionale. Apparati il cui ruolo oramai, grazie anche all’innovazione informatica, potrebbe agevolmente essere inglobato nelle Questure opportunamente riorganizzate in tal senso. Come? Ad esempio ipotizzando la designazione di una “Divisione specialità” affidata, a seconda del livello d’importanza, ad un dirigente incaricato piuttosto che al Vicario del Questore che la gestisce in stretto collegamento con ciascuna delle competenti direzioni centrali.
In altre parole la surroga, in seno alle questure, di ben 57 articolazioni regionali tra compartimenti e zone. Ovvero circa 3000 operatori che agevolmente potrebbero essere sottratti agli attuali compiti prevalentemente di carattere burocratico, per essere indirizzati al rafforzamento dei presidi in ambito provinciale!
Questa, oltre a possedere i requisiti per essere qualificata a giusta ragione come “riforma di razionalizzazione e recupero di risorse umane”, riverserebbe tutta un’altra serie di effetti positivi. Intanto perché rafforzerebbe il ruolo dell’Autorità di P.S. che, al pari del Capo della Polizia e del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, finalmente replicherebbe le medesime funzioni anche a livello provinciale. In secondo luogo perché sarebbero facilmente intuibili anche tutta un’altra serie di semplificazioni gestionali. Ad esempio quelle in materia di mobilità che, con indubbio vantaggio anche per il personale, potrebbe essere gestita direttamente a livello provinciale!
Per alcuni, mi rendo conto, si tratta di un “ritorno al passato” (anni ‘50) allorquando da parte dei Questori, con l’alibi dell’Ordine Pubblico, il personale di specialità veniva utilizzato ovunque.
Certo, il sospetto è fondato. Ma è possibile anche l’introduzione di correttivi, rimedi e vincoli normativi affinché questo rischio venga scongiurato grossomodo come accade per l’impiego della Polizia Scientifica.
Dopotutto in quegli anni anche l’Ordinamento della P.S. era diverso e, soprattutto, non c’era nemmeno la funzione di vigilanza oggi affidata al Sindacato.
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ART. 38. IMPIEGO DEI RINFORZI
Ove, per esigenze di ordine e sicurezza pubblica, si renda necessario l’intervento di rinforzi di personale e di mezzi, il Prefetto, sentito il questore, ne fa richiesta al Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Melle predette circostanze il Prefetto può altresì chiedere l’invio di personale appartenente alla Polizia Stradale, Ferroviaria, di Frontiera e Postale, secondo le modalità di cui agli articoli 21 e 22.
ART. 21. CONCORSO DEGLI APPARTENENTI AGLI UFFICI DI POLIZIA STRADALE, FERROVIARIA, DI FRONTIERA E POSTALE ALLE OPERAZIONI DEI REPARTI TERRITORIALI E VICEVERSA.
Ove per esigenze di ordine e sicurezza pubblica si renda necessario l’intervento di personale appartenente agli uffici di Polizia Stradale, Ferroviaria, di Frontiera e postale, il Prefetto, d’intesa con il questore della provincia interessata, ne richiede il concorso al dirigente dell’Ufficio di Compartimento, di zona o equparato della specialità, il quale provvede utilizzando eventualmente anche personale appartenente a più uffici provinciali da lui dipendenti e ne dà notizia al Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
ART. 22. CONCORSO IN CASI ECCEZIONALI DI NECESSITÀ ED URGENZA
In casi eccezionali di necessità ed urgenza il concorso può essere richiesto direttamente ai dirigenti degli uffici delle Specialità di cui all’articolo precedente, i quali ne danno immediata comunicazione ai dirigenti degli uffici di cui al primo comma del suddetto articolo ai fini del coordinamento dei servizi previsti dai piani operativi. Di tai servizi deve essere data tempestiva notizia alladirezione centrale della Polizia Stradale, Ferroviaria, di Frontiera e Postale.
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