Via libera dopo 4 anni di polemiche e battaglie
nelle aule parlamentari. Cosa prevede la norma.
Renzi: «Un provvedimento che dà giustizia, non vendetta»
Le Associazioni delle vittime: «Si volta pagina,
ma il testo è perfettibile»
Il dado è tratto: l'omicidio stradale è legge. Lo scorso 4 marzo il Senato ha passato il Rubicone, approvando la fiducia posta dal governo sul disegno di legge, con 149 voti favorevoli, 3 contrari e 15 astenuti. #Finalmente è stato il tweet di Matteo Renzi. Finalmente hanno idealmente gridato in coro le Associazioni dei familiari delle vittime della strada. Finalmente, perché ci sono voluti 4 lunghi anni di scontri e aspre polemiche per raggiungere un risultato che poteva sembrare scontato. Ma che tanto scontato, alla prova dei fatti, non era.
Ora che è finita, possiamo riavvolgere il nastro ed analizzare l'esito. Se all'inizio "tutti o quasi" si erano schierati - a parole - per la norma, le cose sono cambiate in corso d'opera, fino a rendere complicatissimo l'iter del provvedimento. Una battaglia durissima che ha coinvolto 4 governi - in media uno all'anno insomma - oltre alle Commissioni parlamentari. E che ha rischiato di protrarsi ancora, se è vero che in extremis l'aula ha respinto la proposta avanzata da Giovanardi di un ritorno del testo in Commissione. L'ultima scintilla quando il governo ha annunciato la fiducia: "Vergognatevi" ha urlato lo stesso Giovanardi. "Non ci vergogniamo di mettere nelle mani di un provvedimento che tutela le vittime di incidenti stradali il lavoro del governo" la replica decisa del ministro Boschi.
Ed ora riassumiamo in dettaglio tutte le novità della legge, scaturita da una raccolta di firme promossa dalle Associazioni Asaps - alla quale si deve la definizione di "Omicidio stradale" - Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni. Ricordando che il primo firmatario fu Matteo Renzi, allora sindaco di Firenze, che affrontò il tema nel suo discorso di insediamento a Palazzo Chigi.
La legge - Con la nuova legge l'omicidio stradale 'colposo' diventa reato a sé. In sostanza, la pena prevista finora, da 2 a 7 anni, resta nel suo impianto base, quando il decesso viene causato da una violazione del Codice della Strada. Ciò che cambia è la sanzione penale negli altri casi:
- rischia da 8 a 12 anni di reclusione chi provoca la morte di una persona sotto l'effetto di stupefacenti o viene trovato con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi al litro;
- la punizione va dai 5 ai 10 anni per chi guida con un tasso alcolemico maggiore di 0,8 grammi/litro e per chi ha causato l'incidente con una condotta di particolare pericolosità, per esempio eccesso di velocità, guida contromano e inversioni a rischio;
- previsto un aumento di pena se il conducente non ha la patente o gli è stata sospesa/revocata o non è assicurato, se viene causata la morte - o lesioni - di più persone;
- riconosciuta una specifica aggravante - con pena aumentata a 2/3 - per chi è responsabile di omicidio stradale colposo e si è dato alla fuga;
- in ogni caso il limite massimo della pena è di 18 anni, a fronte dei 15 precedenti.
Ci sono però da segnalare altri punti. Innanzitutto, l'ipotesi più grave di omicidio stradale e lesioni è a carico di conducenti di camion e pullman. Per quanto riguarda le lesioni stradali, inoltre, le pene salgono se il conducente è ubriaco o drogato: da 3 a 5 anni per quelle gravi, da 4 a 7 per quelle gravissime. ... [continua]
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