“Il tema della legalizzazione delle droghe leggere è delicato, perché entra nel merito di come quelle risorse potrebbero essere utilizzate al meglio per andare a colpire le organizzazioni criminali con più capacità e forte identità. Si tratta di decidere quali siano le priorità in un sistema democratico che utilizzi la sanzione penale.
Qual è la priorità?
Una priorità di tipo etico che dica: vietiamo i consumi a tutti?
O una priorità ragionevole che punti a ridurre al minimo i reati contro la persona, e la presenza delle organizzazioni criminali che influenzano l’economia di un paese.
A quel miliardo perso va aggiunto il guadagno che ci sarebbe anche dal riutilizzo delle forze di polizia e dal contrasto vero ed efficace alle grandi organizzazioni criminali, soprattutto nel sud Italia, nella gestione del territorio e nella liberazione di una economia che oggi è invece ‘maltrattata’ proprio dalla presenza delle stesse organizzazioni criminali.
Dobbiamo fare in modo che le droghe smettano di essere uno strumento di guadagno delle grandi organizzazioni.
Per far questo la via maestra è quella di superare la logica di ‘reato uguale peccato’, e in modo laico puntare a una legalità vera.
Il dialogo parlamentare spaventa. Il rischio è chi si vada di nuovo in Senato e ci si ritrovi a combattere le solite battaglie demagogiche del tipo ‘adesso la droga finirà ai nostri bambini’.
Non so cosa accadrà a quella proposta di legge. Noi vogliamo che abbia gambe per andare avanti, ma perché questo accada ci vuole una presa di posizione del governo.
L’Uruguay ha legalizzato l’uso della canapa, Parliamo di un paese molto cattolico.
Bisogna togliere l’etica e la religione da tutto questo.
Sono consapevole del fatto che drogarsi fa male, e sul sito che abbiamo realizzato “Non me la spacci giusta”, noi parliamo degli effetti malevoli delle droghe, ma favorire il traffico illegale non è la soluzione.
Le cose vanno spiegate bene.
La politica perde di credibilità quando paragona i danni dell’hashish a quelli dell’eroina. Quei 4 milioni di italiani che ne fanno uso occasionale o frequente, realizzano così che siamo uno Stato che crea leggi repressive che poi non applica.
È quello che si cerca di fare con l’immigrazione clandestina.
Per questo poi il sovraffollamento delle carceri è diventato il problema che è diventato”.
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