Una strage senza fine. Vittime della strada in aumento dell’1% nei primi sei mesi del 2015, in base ad una stima di Istat e Aci, che per la prima volta diffonde i dati preliminari degli incidenti in Italia nell’anno in corso, che costano al Paese l'1,8% del Pil. Resta quindi lontano l’obiettivo europeo di ridurre del 50% i decessi entro il 2020. Circa 85.000 i sinistri con lesioni, che hanno provocato 1.596 morti e 119.599 feriti. In calo del 2,9%, invece, il numero di incidenti e del 3,8% quello dei feriti, rispetto allo stesso periodo del 2014.
Ben il 76,1% degli incidenti si è verificato in città, ambito dove c’è stato il 47,4% dei morti, con un +7,4% rispetto ad un anno fa. In diminuzione le vittime su strade extraurbane e autostrade, -4,1%.
Nel 2014 invece – comunica sempre l’Istat - le vittime sono state 3.381 – 63 bambini tra 0 e 14 anni – e oltre 251.000 i feriti, mentre gli incidenti con lesioni a persone sono stati più di 177.000. Rispetto al 2013, quindi, le morti avevano già fatto registrare un lieve calo, -0,6%, così come per i sinistri, -2,5%, e per i feriti,
-2,7%.
Alcuni dettagli sulle modalità degli incidenti. Venerdì è il giorno in cui si concentra il numero maggiore di episodi, pari al 15,4% del totale. Quelli più gravi, però, si verificano la domenica, con 3,1 morti ogni 100 sinistri. Poi il sabato, con 2,3%. L’indice però si innalza fuori città nella fascia notturna, cioè tra le 22 e le 6 del mattino.
La Polizia Stradale, invece, rileva una diminuzione del 6% per gli incidenti nel 2014, con un conseguente calo del 3,6% tra le vittime. Oltre un milione e 849mila le infrazioni al Codice della Strada, 892 quelle per guida con tasso alcolemico superiore a 0 e fino a 0,5 g/l. 815 i veicoli sequestrati per tasso superiore allo 1,5 g/l o per guida sotto l’effetto di stupefacenti.
Nella graduatoria, tutt’altro che esaltante, a livello europeo l’Italia si colloca al 15/mo posto, alle spalle di Regno Unito, Spagna, Germania e Francia. 25.896 le vittime di incidenti nell’Ue nel corso del 2014, con una riduzione del 18% nell’ambito dei 28 e del 17,8% in Italia rispetto al 2010.
Se poi ci rapportiamo a livello mondiale, sono 1,25 milioni le persone che ogni anno perdono la vita negli incidenti, con costi sociali di 500 miliardi di dollari. E’ la prima causa di morte tra i 15 e i 29 anni, certifica l’Organizzazione mondiale della Sanità, ma la cifra resta stabile, nonostante il boom delle auto. “Siamo sulla buona strada, ma il cambiamento sta avvenendo troppo lentamente” sottolinea il segretario generale dell’Oms, Margaret Chen.
Il 90% dei decessi avviene nei Paesi a basso e medio reddito, dove circola solo il 54% dei veicoli. Il minor numero di incidenti per abitante si verifica in Europa, il più alto in Africa. I motociclisti la categoria più a rischio, con il 23% delle morti, poi i pedoni con il 22%. Tre incidenti mortali su 4 hanno come vittime uomini.
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