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Settembre-Ottobre/2015 - Articoli e Inchieste
Corruzione
La storia recente del malaffare in Italia è indissolubilmente legata a Roma e Milano
di Fabrizio Condò

Dal Pio Albergo Trivulzio al Mondo di Mezzo
Cosa cambia nella fisionomia della corruzione


In principio era Tangentopoli. Poi, tra scandali e scandaletti, tra un Mose e un Expo, siamo approdati nel Mondo di Mezzo, dove ha prosperato Mafia Capitale. Ma la corruzione arriva da lontano, da molto lontano: corruptio è il termine latino, che indica “degenerazione spirituale e morale, depravazione; totale abbandono della dignità e dell'onestà”. Definizione ineccepibile. D’altronde già nell’antica Roma di corruzione se ne intendevano eccome, fra tangenti, malversazioni e illeciti, ai quali non erano estranei neppure i personaggi di spicco, anzi. E più la corruzione dilaga, più un Paese scivola verso il baratro dell’illegalità conclamata, lasciandosi alle spalle solo terra bruciata: “Corruptio optimi pessima”, sosteneva San Gregorio Magno, “Ciò che era ottimo, una volta corrotto, è pessimo”.
Insomma, la corruzione come motore di una società malata, se è vero che l’editoriale su Repubblica di Eugenio Scalfari, dello scorso 8 novembre, si intitolava: “Lei è già stato corrotto? Non ancora, ma se c’è vita c’è speranza”. Venghino signori venghino, insomma, mazzette per tutti i gusti e tutte le taglie: e alzi la mano chi crede sia solo una semplice battuta. Oppure chi pensa che dietro agli appalti di una grande opera pubblica, di un appuntamento storico o di una manifestazione importante non ci sia una torta da dividere con la tangente come unità di misura. Vista la mala parata, allora, un anno e mezzo fa Matteo Renzi ha piazzato una sentinella del calibro di Raffaele Cantone all’Anticorruzione, per arginare il rischio di una nuova Tangentopoli milanese dopo gli arresti legati all’Expo.
All’ombra del Campidoglio - in pieno caos e a pochi giorni dal via del maxiprocesso su Mafia Capitale - non hanno digerito benissimo le sue parole, con le quali ha indicato Milano come la “nuova capitale morale”, perché Roma – ha sottolineato – “non ha quegli anticorpi di cui ha bisogno e che tutti auspichiamo possa avere contro il malaffare”. Ai mugugni capitolini Cantone ha replicato che la sua non voleva essere “una critica, ma un pungolo a lavorare per esportare il modello dell’Expo per il Giubileo”... [continua]

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