La drammatica sequenza
che va dal 28 aprile 1963
al 3 maggio 2014
Morire per una partita di calcio. Da Giuseppe Plaitano a Ciro Esposito la triste conta delle vittime è racchiusa tra questi due nomi, nell’arco di 52 anni. Una lista maledetta, che speriamo non debba essere mai più aggiornata.
La morte si affaccia negli stadi per la prima volta il 28 aprile 1963, durante Salernitana-Potenza al Vestuti, match delicatissimo, che vale la promozione in serie B. Non viene fischiato un rigore ai campani, invasione di campo e incidenti fra le due tifoserie. Un agente spara un colpo in aria che raggiunge e uccide Giuseppe Plaitano, 48 anni, supporter della Salernitana, seduto in tribuna. Il caso sarà archiviato.
16 anni dopo, il 28 ottobre 1979, si tinge di sangue il derby Roma-Lazio. Prima dell’inizio un razzo lanciato da un 18enne, dalla curva Sud giallorossa, colpisce in pieno viso il 33enne Vincenzo Paparelli, in curva Nord. L’uomo riporta lesioni gravissime e viene trasportato d’urgenza in ospedale, ma non c’è nulla da fare. Il giovane che ha sparato si dà alla latitanza e si costituisce 14 mesi dopo: la Cassazione confermerà la condanna a 6 anni e 10 mesi per omicidio preterintenzionale. Nel 1987 morirà per un male incurabile.
L’8 febbraio 1984, a Trieste, perde la vita Stefano Furlan, 20 anni, tifoso degli alabardati. Alla fine della sfida di Coppa Italia fra Triestina e Udinese scoppiano gravi disordini e le Forze dell’ordine sono costrette ad intervenire. Il giovane muore dopo 20 giorni di agonia in seguito alle lesioni cerebrali riportate. Da allora la curva dei tifosi della Triestina è intitolata a lui. Nel 1985 la Corte d’Assise di Trieste condanna ad un anno di reclusione, con i benefici della legge, un agente, ritenuto responsabile dei colpi a Furlan.
Marco Fonghessi ha appena 21 anni quando viene pugnalato a morte da un tifoso 18enne del Milan al termine della partita con la Cremonese a San Siro, il 30 settembre 1984. ... [continua]
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