Sono le parole dell'Alto rappresentante per la politica estera
e di sicurezza europea Federica Mogherini, davanti
al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, riunito per discutere
sulla questione dei flussi migratori. L’Unione europea, sul tema,
ha prodotto per la prima volta un’agenda unitaria
peo straordinario, richiesto dal Presidente del Consiglio Renzi, le cose stanno cominciando a muoversi, perché la Commissione europea ha varato un impegno che attraverso l'Agenda europea sull'immigrazione ripuntualizza le posizioni dell'Unione e introduce delle novità molto importanti che accolgono di fatto le richieste che il governo Italiano avanzava da molto tempo». Si dice soddisfatto il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico all'indomani del varo della nuova agenda della Commissione europea sull'immigrazione. «Una gestione unitaria del problema dal momento che i movimenti migratori non sono un problema che debba riguardare i Paesi di primo approdo, ma è un problema che deve riguardare l'intera Europa. Abbiamo proceduto in modo integrato e coordinato - ha aggiunto Bubbico -. Nelle ultime settimane, l'Europa ha compiuto passi da gigante e, tra i provvedimenti adottati, c'è quello di rafforzare la missione civile in Nigeria, dobbiamo affrontare la questione immigrazione anche prima che le persone arrivino in Libia. Dobbiamo rafforzare l'impegno con i paesi di origine delle migrazioni. Solo così, riusciremo ad affrontare le cause alla radice dell'emergenza distruggendo le organizzazioni criminali e aiutando i migranti a fuggire dalle loro mani. Per quanto riguarda il nostro Paese, Bubbico ha specificato che l'Italia sarà esonerata dal dover accogliere quote di nuovi profughi.
Il piano prevede la redistribuzione di migranti tra gli Stati membri in base a quote prestabilite: in Italia arriveranno il 9,94% di 20 mila profughi (meno di 2.000) che attualmente risiedono in campi profughi all'estero e che hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiati (reinsediamenti), e l'11,84% dei richiedenti asilo già presenti in Europa o che entreranno direttamente in territorio europeo (ricollocamenti). L'Italia ha la terza quota più alta per i ricollocamenti, cioè per la redistribuzione dei migranti già presenti in Ue. La prima è la Germania (18,42%) seguita dalla Francia (14,17%). Per i reinsediamenti dei profughi presenti nei campi di Paesi terzi, l'Italia è invece al quarto posto dopo Germania 15,43%, 3.086; Francia 11,87%, 2375; e Gran Bretagna 11,54%, 2309. Tuttavia il Regno Unito (così come Danimarca e Irlanda) ha la possibilità di "opt out" e quindi di non partecipare. Queste tutte le quote di distribuzione tra i Paesi Ue dei 20mila profughi provenienti dai campi di Paesi terzi: Austria 2,22%, 444; Belgio 2,45%, 490; Bulgaria 1,08%, 216; Croazia 1,58%, 315; Cipro 0,34%, 69; Repubblica Ceca 2,63%, 525; Danimarca 1,73%, 345; Estonia 1,63%, 326; Finlandia 1,46%, 293; Francia 11,87%, 2375; Germania, 15,43%, 3086; Grecia 1,61%, 323; Ungheria, 1,53%, 307; Irlanda 1,36%, 272; Italia 9,94%, 1989; Lettonia 1,10%, 220; Lituania, 1,03%, 207; Lussemburgo, 0,74%, 147; Malta, 0,6%, 121; Olanda, 3,66%, 732; Polonia, 4,81%, 962; Portogallo, 3,52%, 704; Romania, 3,29%, 657; Slovacchia 1,6%, 319; Slovenia, 1,03%, 207; Spagna 7,75%, 1549; Svezia, 2,46%, 491; Gran Bretagna 11,54%, 2309. Queste le quote di distribuzione tra i Paesi Ue dei profughi già presenti sul suolo europeo: Austria, 2,62%; Belgio, 2,91%; Bulgaria, 1,25%; Croazia, 1,73%; Cipro 0,39%; Repubblica Ceca, 2,98%; Estonia, 1,76%; Finlandia, 1,72%; Francia, 14,17%; Germania, 18,42%; Grecia, 1,9%; Ungheria, 1,79%; Italia, 11,84%; Lettonia, 1,21%; Lituania, 1,16%; Lussemburgo, 0,85%; Malta, 0,69%; Olanda, 4,35%; Polonia, 5,64%; Portogallo, 3,89%; Romania, 3,75%; Slovacchia, 1,78%; Slovenia, 1,15%; Spagna, 9,10%, Svezia, 2,92%.
Subito sarà lanciata un'operazione navale nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc) nel Mediterraneo volta a smantellare le organizzazioni dei trafficanti, soprattutto in Libia. La proposta sarà sottoposta in giugno, al Parlamento europeo, ai ministri dell'Interno e infine al Consiglio europeo dei capi di stato e di governo, che dovrebbe varare l'operazione. Nel frattempo, ha detto l'alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, Federica Mogherini, «mi aspetto che il Consiglio di sicurezza Onu adotti una risoluzione» che dia all'Ue la copertura del mandato internazionale per intervenire. Ma, ha puntualizzato Mogherini, «non ci saranno interventi di terra», contrariamente a quanto aveva anticipato il Guardian. Intanto il governo e l'esercito libici a Tobruk ribadiscono il monito «a non toccare la sovranità dello Stato e avvertono tutte le imbarcazioni a non entrare nelle acque territoriali libiche se non dopo un coordinamento con gli organi competenti». In caso di violazione il governo provvisorio «reagirà con bombardamenti come quelli contro il cargo turco». L'esecutivo, che controlla la parte orientale della Libia ed è riconosciuto internazionalmente, in un comunicato ha sostenuto che «ciò che è avvenuto alla nave turca è la conseguenza della sua entrata di forza nelle acque territoriali libiche». ... [continua]
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