Nello scacchiere internazionale, quale ruolo
è immaginabile per la Forza di Gendarmeria Europea,
istituita nel 2007, e ancora poco conosciuta?
C'è un'emergenza. C'è il luogo dove l'emergenza va gestita. Ci sono strumenti per affrontarla. L'emergenza - che l'Europa e l’Italia vivono ormai da anni – è quella umanitaria legata alla instabilità politica dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Fra gli strumenti, invece, ce n’è qualcuno che potrebbe essere usato e invece resta nell’ombra, come la Forza di Gendarmeria Europea, istituita nel 2007, ancora poco conosciuta eppure attiva anche fuori dai confini continentali.
Ma procediamo con ordine.
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni - in audizione il 5 marzo scorso presso il Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen, di vigilanza sull’Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione - ha fotografato, dati alla mano, la situazione: “Nel 2014 si sono registrati 278 mila migranti irregolari giunti in Europa, di cui 170mila approdati in Italia. Fino ad oggi si sono registrati 8.918 migranti arrivati in Italia contro i 5.611 nello stesso periodo dello scorso anno”.
Non è passato neanche un giorno che Fabrice Leggeri, direttore esecutivo dell’Agenzia europea Frontex, ha rincarato la dose con una intervista rilasciata all’agenzia di stampa Ansa: “Nel 2015 dobbiamo essere preparati ad affrontare una situazione più difficile dello scorso anno". Si stima, infatti, che i migranti pronti a partire dalla Libia possano essere fra 500mila ed un milione.
Persone obbligate a scappare dalla loro terra e che si trovano, da un giorno all’altro, privati della loro identità, del loro passato. E spesso, per timore, per pregiudizi, si dimentica che proprio i migranti sono le prime vittime del terrorismo. Poiché da questo scappano.
“L'assistenza ai rifugiati e ai richiedenti asilo non è un impegno estemporaneo legato alle scelte di un singolo governo, ma un impegno internazionale che l'Italia ha assunto rendendo esecutiva la Convenzione di Ginevra con una legge del 1954”, spiega Santino Severoni, coordinatore per la Salute pubblica e la Migrazione dell'Ufficio europeo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. ... [continua]
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