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Novembre-Dicembre/2014 - Libri
I libri del mese
di a cura di Michele Turazza

La pubblica sicurezza a Verona nelle carte del Siulp
Due sono le parti, solo in apparenza scollegate, di cui si compone l’agile volumetto “Guardie a Verona” di Marchetto, Mazzei e Valer, i quali si soffermano inizialmente sull’organizzazione degli apparati chiamati a garantire la sicurezza in città, dall’Unità d’Italia sino alla vigilia della Grande guerra. Nella seconda parte, che costituisce il nucleo del libro, il lettore che si aspettasse un’analisi della pubblica sicurezza a Verona a partire dall’evoluzione normativa di riferimento, fino ad approdare alla L. 121, rimarrebbe deluso.
Certo, ogni tentativo di comprensione dell’organizzazione delle forze di polizia che ne volesse prescindere sarebbe incompleto. Ma in “Guardie a Verona”, leggi e decreti restano sullo sfondo e il punto di forza del lavoro dei tre esperti è proprio l’originalissimo angolo di osservazione nel quale si collocano, ossia l’operato del primo sindacato di polizia, il Siulp, e dei numerosi comunicati emessi dalla sua vivace sezione scaligera, ripresi poi dagli organi di stampa, che costituiscono insoliti strumenti per tratteggiare il contesto storico e sociale degli ultimi decenni della città.
Svariate le denunce fatte dal Siulp che, se ascoltate e seguite da interventi sistematici da parte delle Istituzioni, avrebbero di certo reso Verona terreno meno fertile per l’illegalità e, forse, un po’ più sicura. Ma non la sicurezza-slogan sbandierata da politicanti locali e nazionali, per ottenere consensi. Non la sicurezza-slogan delle camionette dell’Esercito per strada, con militari chiamati, loro malgrado, a svolgere un lavoro che non è il loro, mentre i mezzi delle forze di polizia riempivano il parcheggio della Questura, senza benzina né manutenzione. La sicurezza, quella vera, presupposto irrinunciabile per l’esercizio delle libertà fondamentali previste dalla Costituzione repubblicana; la sicurezza per la quale si sono battuti i “carbonari”, chiedendo una Polizia più efficiente, a tutela dei diritti di tutti.
P. Marchetto, A. Mazzei, P. Valer
Guardie a Verona
Storia a riflessioni sulla pubblica sicurezza
Smart Edizioni
2014, pp. 164, € 12.
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Il linguaggio degli uffici“
Gli insegnanti del turno pomeridiano, nella giornata in parola, presteranno servizio in turno antimeridiano in situazione di contemporaneità operativa. Ugualmente in orario antimeridiano troverà sviluppo, nella medesima giornata, il servizio di istituto del personale ATA”. E’ solo uno degli esempi di “burocratese” ai limiti della comprensibilità, contenuto nel volume di Lubello (professore di Linguistica italiana e Storia della lingua italiana all’Università di Salerno), destinato non solo a chi quotidianamente opera negli uffici della Pubblica amministrazione, ma anche ai non specialisti. Dopo un’essenziale rassegna storica dell’italiano burocratico, propone l’analisi di testi significativi, affrontando il tema della semplificazione del linguaggio amministrativo. Completato da una corposa bibliografia.

Sergio Lubello
Il linguaggio
burocratico
Carocci editore
2014, pp. 125, € 12.
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L'utopia della solidarietà
Con la consueta chiarezza il professor Stefano Rodotà si sofferma su uno dei pilastri che, secondo la Costituzione, sono alla base della nostra democrazia, ossia la solidarietà, fondamento dei diritti sociali, e del suo rapporto con la democrazia: “Solo la presenza effettiva dei segni della solidarietà consente di continuare a definire democratico un sistema politico. L’esperienza storica ci mostra che, se diventano difficili i tempi per la solidarietà, lo diventano pure per la democrazia”. Ecco perché è necessario, e pure costituzionalmente doveroso, che il dibattito sull’effettività dei diritti fondamentali delle persone torni ad essere al centro dell’agenda politica, che ormai da anni è rassegnatamente in attesa di tempi migliori per l’economia. E se il suo rilancio cominciasse proprio da una nuova (si ripete: doverosa) considerazione dei diritti sociali?
Stefano Rodotà
Solidarietà.
Un’utopia necessaria
Editori Laterza
2014, pp. 142, € 14.
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Memorie di un marine
Torture, vessazioni e ingiustizie sono una costante quotidiana delle giornate di ogni ragazzo che voglia diventare un marine, scandite da addestramenti massacranti e selezioni durissime.
David Tell (pseudonimo dell’Autore) in un racconto serrato ed avvincente, accompagna il lettore attraverso i segreti e i retroscena del percorso di spersonalizzazione richiesto per diventare un’arma vivente. Ogni legame coi propri affetti famigliari è reciso. La diffidenza verso i civili, gli altri, diviene la regola. Esistono soltanto i marine ed il loro mondo: tutti gli altri non possono capire. “Ho perso quasi del tutto ogni legame con l’umanità e con me stesso… sono diventato una macchina per uccidere priva di emozioni. Ho ventidue anni e mi sento vecchissimo. Esaurito e logorato. Ho quasi dimenticato come si sorride. Sono insensibile, raramente ormai provo emozioni”.

David Tell
Io sono un’arma
Longanesi
2014, pp. 614, € 19,90.
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La semplicità e l'eroismo
“La semplicità rende tutto godibile, emozionante, puro e amorevole. La semplicità non è mai banale” (dal Prologo). Antonio Montinaro, Emanuela Loi, Claudio del Moro, i Vigili del Fuoco che accorsero a L’Aquila dopo il terremoto. L’eroismo è il risvolto necessario della semplicità, due facce della stessa medaglia. La semplicità di uomini e donne delle Istituzioni, che fanno il loro dovere. Basta un attimo per trasformarli in eroi. Eroi semplici. Senza nome, destinati troppo spesso ad essere dimenticati da un Paese con la memoria corta. Maurizio Lorenzi, poliziotto e scrittore, quei nomi ce li ricorda. E invita alla lettura “per assorbire la crudeltà della violenza e il fascino dei sentimenti”. Il suo blog è www.mauriziolorenzi.it (laboratorio di scrittura, riflessioni, opinioni e attualità senza etichette di sorta).

Maurizio Lorenzi
Eroi senza nome
Imprimatur editore
2014, pp. 215, € 15,50.
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L'Appennino su due ruote
“L’Appennino è montagna operaia. Non ha mai consegnato una sua vetta alle cronache alpinistiche, alla retorica patriottica, al turismo da rotocalco. Anche, ma non solo, per questione altimetrica, non ha primedonne fra le sue cime… Sull’Appennino il crinale non ha la sacralità della patria frontiera… Piuttosto l’orlo spiegazzato che cuce in due lo Stivale si è sempre prestato alla resistenza: ai romani, ai saraceni, ai piemontesi, ai nazi-fascisti”.
2300 chilometri in 14 giorni: il nuovo viaggio, intenso e poetico, su due ruote, di Riccardo Finelli (giornalista e scrittore), sulla spina dorsale della nostra penisola. Paesaggi, incontri, storie, volti, progetti da un Appennino reale e futuro che la coscienza collettiva continua a ignorare. Il sito di Appenninia è: www.appenninia.net

Riccardo Finelli
Appenninia, viaggio
nella terra di domani
Neo Edizioni
2014, pp. 298, € 15.




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