Dal caso Cucchi al G8, la violenza in divisa
tra silenzi e coperture. Un libro edito
da Chiare Lettere. La nostra recensione
“Chi custodirà i custodi?”…. parte da questo concetto Marco Preve per affondare il bisturi nella gestione della polizia italiana senza fare sconti a nessuno a partire dai mass media. De Gennaro e la sua “ orchestra” se la canta da tanto tempo e grazie a questa compattezza che ha sempre rifiutato ogni autocritica, vive sulle promozioni ricevute sul campo del G8… Diaz… Reparto Mobile di Bolzaneto. Queste anomalie hanno così creato le condizioni ottimali per una parte di potenti funzionari che, nonostante le denunce e le seguenti condanne, alla faccia degli altri loro colleghi, hanno travalicato e scavalcato ogni graduatoria venendo promossi appunto per i loro comportamenti.
Preve è convinto che un sistema trasversale abbia potuto per molti anni guidare una tipologia di polizia avversa al dettato della Riforma n. 121/81 e che De Gennaro, sin da quando dirigeva la Dia, abbia guidato questa casta costruendo una piramide intoccabile di funzionari al suo servizio con una sorprendente rete di autoprotezione che si è saldata negli anni sino alla “macelleria messicana” del G8 genovese.
Sconvolgente è che sia stato possibile, nel momento in cui De Gennaro indagato per istigazione alla falsa testimonianza, dopo la traballante deposizione al processo dell’ex questore di Genova Colucci, abbia ricevuto in quel mentre per la prima volta per un poliziotto italiano e non americano la Medal of Meritorious Achievement dell’Fbi non disgiunta dal fatto incredibile, ma vero, che venendo condannato per tale reato prima dell’arrivo dell’assoluzione definitiva della Cassazione per ben tre anni, senza alcun imbarazzo anche e soprattutto a sinistra, abbia potuto dirigere i servizi segreti italiani.
Il libro tocca episodi particolarmente dolorosi tipo le torture affiorate e denunciate dal Vice Questore Salvatore Genova, che ancora oggi vivrebbero nell’ombra all’interno della polizia. Funzionari di alta responsabilità che appaltano situazioni sospette sguazzano ancora oggi frequentando personaggi indegni convivendo con corvi che fanno venire alla luce detti comportamenti anomali per un appartenente alla Polizia di Stato.
Vengono sottolineate con forza le parole pesantissime del Procuratore Zucca che afferma che quello per i fatti della Diaz sia stato l’unico processo al mondo in cui i poliziotti si sono trincerati dietro il silenzio, non hanno accettato il confronto, hanno di fatto, rifiutato il giudice. E anche dopo le affermazioni dell’alto dirigente Gratteri sul fatto che le perquisizioni si conducono “in maniera energica”, Zucca lo riprende evidenziando che la sua valutazione più che una tesi difensiva diventerà una tesi negazionista.
... [continua]
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