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Novembre-Dicembre/2014 - Mondo Poliziotto
Prospettive
Polizia di Stato: nostalgia dei tempi del generale Pes di Villamarina?
di Cleto Iafrate - Direttore Laboratorio delle idee - Ficiesse

“Occorre vietare con rigore, non pure nelle caserme, ma nei privati domicili, al militare gregario e graduato, qualunque studio, qualunque lettura, anche di argomento militare, sì che un ufficiale scoperto autore di qualche scritto o perde il grado, o vede preclusa ogni via di avanzamento”.
Così scriveva il Generale Pes di Villamarina (Cagliari 1777 - Torino 1852).
Quelli, evidentemente, erano altri tempi.
A quei tempi le Forze Armate e di Polizia erano concepite principalmente “per sorreggere il trono”; lo prevedevano gli stessi regolamenti militari . Ed ogni istanza democratica che si poneva in conflitto con il potere assoluto del sovrano veniva ferocemente repressa. I cittadini vivevano in uno stato di sudditanza e i militari erano addirittura sudditi di serie B, privi di qualsiasi diritto e delle più elementari libertà.
Sempre a quei tempi, organi investigativi controllavano l’orientamento politico dei militari e informavano la gerarchia nel caso qualcuno mostrasse interesse per ideologie “disallineate”. I controlli erano particolarmente rigorosi verso coloro che manifestavano un qualche interesse per la lettura o per lo studio in generale. Si riteneva, infatti, che un militare istruito, di norma, fosse più resistente alle logiche militari di allora, ossia sorreggere il trono, anche con l’uso della forza.
Nel nostro tempo, invece, le Forze Armate e di Polizia rispondono ad altre logiche. Esse sono concepite per servire le Istituzioni democratiche ma soprattutto per garantire il libero articolarsi della dialettica democratica all’interno del Paese .
Ma siamo sicuri che i tempi siano veramente cambiati?
Di seguito un fatto dei giorni nostri che offre alcuni spunti per una riflessione a più ampio raggio.
Si svolge in Porto Tolle, un piccolo Comune situato nel mezzo dell’area del delta del fiume Po, un’oasi di flora e di fauna quasi incontaminata.
Il protagonista della vicenda è un assistente Capo della Polizia di Stato. Il poliziotto fa anche parte della Comunità del Parco come rappresentante della Canottieri Adria, ma, soprattutto, realizza la sua vocazione ambientalista come presidente di un’associazione ecologista denominata “Amici del Parco del Delta del Po”. Si tratta di una organizzazione che raggruppa le sezioni locali delle più importanti associazioni di protezione ambientale nazionale: Wwf, Italia Nostra, Legambiente e Lipu.
Le elezioni comunali del 25 e 26 maggio 2003 sono ormai alle porte e la coalizione di centro destra in Comune ha la maggioranza. Il poliziotto invia un suo scritto al Gazzettino di Rovigo. La lettera viene subito pubblicata sulle pagine dedicate alle notizie locali. L’autore - firmandosi come presidente dell’associazione “Amici del Parco” - prende pubblicamente le parti dello schieramento di centro sinistra in lizza per le elezioni il cui programma è ritenuto in linea con gli scopi dell’associazione da lui presieduta.

... [continua]

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