Incontro con Maurizio Landini, segretario generale della Fiom.
«Nei cortei non venga meno il principio di collaborazione
tra manifestanti e Forze dell'ordine»
Diritto a manifestare e sicurezza, ordine pubblico e conflitti tra manifestanti e Forze dell'ordine. Quando il patto di rispetto tra cittadini viene meno di fronte ad istanze apparentemente diverse che spesso contrappongono chi protesta e chi è chiamato a garantire il rispetto delle leggi. Lo abbiamo chiesto a Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil.
In che modo il diritto a manifestare può diventare un impegno a collaborare per la sicurezza e l'ordine pubblico, affinché l'impegno per la sicurezza non arrivi a trasformarsi nell'utilizzo della forza ad ogni costo?
Il diritto a manifestare è garantito dalla nostra Costituzione e credo che questo debba essere il punto di riferimento per tutti, per chi protesta in una piazza e per chi è chiamato a garantire lo svolgimento di quella protesta. Il principio della collaborazione riguarda quindi entrambe le parti. E’ un problema di responsabilità comune in cui ognuno fa la sua parte e si assume la sua porzione di responsabilità, e l’utilizzo della forza non dovrebbe essere previsto.
Per quanto ci riguarda, noi manifestiamo sempre in modo pacifico – il pacifismo sta nel dna dell’organizzazione sindacale anche quando i lavoratori decidono di mettere in campo proteste forti come può essere un picchetto o un blocco stradale. L’unica “forza” che usiamo è quella delle idee, dei contenuti e dell’unità delle lavoratrici e dei lavoratori.
I recenti scontri tra operai Thyssen e Forze dell'ordine a Roma: cosa è accaduto?
E’ accaduto che qualcuno ha dato un ordine sbagliato finendo per far picchiare dei lavoratori da parte di altri lavoratori, quelli in divisa. Del resto tutto è stato documentato in video dalla trasmissione Gazebo. A giustificazione di ciò che è successo è stato detto che i lavoratori della Ast volevano occupare la stazione Termini, mentre tutti sapevano che volevano andare al ministero dove era in corso la trattativa che li riguardava, per non parlare del fatto che, rispetto alla stazione, stavano andando proprio nella direzione opposta.
Il senso delle parole 'ordine pubblico'. Spesso rimanda al concetto di repressione. Quale dovrebbe essere per lei l'approccio 'etico' per garantirlo realmente nel rispetto di tutti gli attori in causa?
A proposito dell’“uso della forza”, è la Costituzione che ci deve guidare tutti. Quello non è solo un pezzo di carta astratta, ma lì sono contenuti i principi fondamentali del nostro vivere comune. Nei primi 11 articoli della nostra carta costituzionale c’è l’etica necessaria per evitare che il confronto tra diversi punti di vista e diverse condizioni si trasformi in scontro. Forse il problema è che poi non tutte le leggi varate sono state coerenti con quelle indicazioni. E credo che questo valga anche per l’ordine pubblico, per cui è molto importante la responsabilità personale di ciascuno di noi per garantire il rispetto reciproco delle diversità e i diritti di ognuno.
... [continua]
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