Lavoro di intelligence e agenti in borghese
all'interno dei cortei. Colloquio con Daniele Tissone,
segretario generale del Silp-Cgil
Ordine pubblico: più strumenti e più intelligence per fermare le violenze nelle manifestazioni. Il Silp-Cgil chiede risorse e il rinnovo del contratto. “Senza sicurezza il Paese torna indietro anche economicamente”. Colloquio con il al segretario Daniele Tissone.
“Mai alzare il manganello contro i lavoratori”; non cerca vie di mezzo Daniele Tissone da sempre sensibile alle problematiche dei lavoratori costretti a scioperare o manifestare per difendere il posto di lavoro. “Sui lavoratori si deve sempre evitare di usare il manganello. E questa è la nostra posizione ufficiale”.
Il segretario del Sindacato Italiano Lavoratori di Polizia, afferente a Corso Italia, conosce bene le difficoltà dell'ordine pubblico e si augura di non vedere più le immagini degli scontri tra polizia e operai come accaduto nella manifestazione dei lavoratori delle acciaierie Ast di Terni a Roma lo scorso ottobre. Bilancio: 4 feriti tra gli operai e 4 feriti tra gli agenti. Ed è solo un esempio di come le tensioni sociali siano aumentate e la gestione della piazza sia sempre più difficile.
Fondamentale il supporto dell'intelligence per quanto riguarda la prevenzione ma anche più agenti in borghese durante le manifestazioni. “Quest'ultimi – precisa il segretario - aiutano ad avere un quadro chiaro della situazione prima della partenza di un corteo individuando eventuali persone con intenzioni violente. Anche su questo bisogna investire ulteriormente”.
Terreno delicato quello delle manifestazioni. La difficoltà è sempre la stessa: isolare i teppisti. Ma non è affatto facile e a pagarne le spese sono spesso, oltre alle Forze dell'ordine, i manifestanti pacifici. Un cane che si morde la coda se si pensa al diritto a manifestare sancito dalla Costituzione e alla tutela della sicurezza pubblica.
“Fondamentalmente le Forze dell'ordine sono presenti per garantire l'ordine e l'incolumità della gente. Possono però crearsi situazioni di tensioni che finiscono per degenerare e a quel punto ci vuole la massima collaborazione tra le Forze dell'ordine e gli organizzatori della manifestazione, che siano sindacati o altro”. Di conseguenza, di fronte ai cortei non autorizzati o a chi si presenta a volto coperto, l'approccio inevitabilmente cambia.
“Per evitare atti vandalici o violenze - prosegue Tissone - dove a rimetterci sono sempre le Forze dell'ordine, ci vogliono strumenti legislativi e una capacità di intervento diverso. Con queste persone il dialogo non serve, loro non partecipano per rappresentare un problema ma solo per destabilizzare la piazza, compiere atti vandalici e saccheggiare. In questi casi l'intervento deve essere risoluto. E questo per tutelare anche chi vive in ambiti urbani che non possono trasformarsi in terreno di guerriglia”.
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