Giù le mani dalla sicurezza dei cittadini
Il 6 novembre scorso, al Dipartimento della Ps si è tenuta la riunione tra i sindacati ed una delegazione dell’Amministrazione, guidata dal vice capo della Polizia Prefetto Alessandro Marangoni, sulle attività che il Dipartimento sta predisponendo sul personale e l’assetto organizzativo. Il Prefetto Marangoni ha presentato lo studio per la revisione dei presidi e degli uffici su tutto il territorio nazionale in funzione del fatto che la carenza degli organici, oggi assestata a circa 95.000 unità (che, qualora dovesse permanere il blocco del turn over al 55%, è destinata alle 80.000 unità per il 2020), sulla razionalizzazione delle risorse e dei presidi basandosi sull’attuale disponibilità di personale e delle esigenze che si devono soddisfare.
Il progetto, rispetto a quello presentato nella prima riunione, è stato sviluppato solo attraverso la razionalizzazione dei presidi delle quattro specialità: Stradale, Ferroviaria, Postale e Frontiera. Dall’esposizione del Prefetto Marangoni è emersa la volontà di voler stravolge alcuni settori delle Specialità, attraverso una chiusura selvaggia di alcuni Compartimenti e dei presidi. Nel progetto, infatti, si prevede che per alcuni segmenti, come le Squadre Nautiche, ci sarà la totale soppressione.
A precise domande circa il mantenimento delle attuali 19 Direzioni Centrali rispetto ad un organico che si dovrà assestare a circa 22.000 unità in meno, il Prefetto Marangoni si riservava la risposta. Ad altra precisa richiesta circa il fatto se fosse ancora opportuno o meno mantenere i Compartimenti atteso che oggi sono relegati a meri uffici burocratici e per disporre ispezioni a carico dei pattuglianti, il Direttore Centrale delle Specialità rispondeva che, nell’ottica dell’integrazione di queste Specialità nell’alveo delle competenze dell’Autorità di Ps, si poteva aprire un confronto purché non vi fosse una penalizzazione per i posti di funzione e quindi per lo sviluppo delle carriere e delle aspettative del personale.
L’esposizione da parte dell’Amministrazione si è conclusa con la comunicazione che era già stato acquisito il parere delle Autorità provinciali di Ps, Prefetti e Questori e che la stessa, una volta concluso il confronto con il sindacato, pensava di dare attuazione al piano entro i primi mesi del 2015. Il Silp-Cgil - e non solo - ha condannato tale ipotesi di chiusura selvaggia dei presidi con relativo trasferimento dei colleghi, sia per il metodo che nel merito. Nel metodo, perché tali operazioni sono devastanti se non concertate in un’ottica complessiva e generale con l’altra Forza di polizia a competenza generale sul piano dell’Ufficio per il Coordinamento e la pianificazione delle Forze di polizia, in quanto abbandonano il territorio e quindi negano la sicurezza ai cittadini senza indicare gli obiettivi l’architettura di un nuovo modello di sicurezza.
Nel merito perché la chiusura selvaggia di circa 253 uffici di Polizia, senza verificare cosa accade con le altre Forze di polizia nonché la loro dislocazione sul territorio, di fatto indebolisce l’Autorità di Ps provinciale abbandonando il territorio e alcune competenze alle Forze di polizia militari con il conseguente legittimo dubbio che si vuole svilire l’Autorità a favore della militarizzazione del territorio. Attesa la complessità della materia e il forte impatto negativo che la stessa avrà sia sui poliziotti che sul diritto alla sicurezza dei cittadini, i sindacati hanno richiesto un aggiornamento dell’incontro preannunciando la propria contrarietà a discutere una siffatta situazione senza avere tutti gli elementi circa i criteri, le modalità applicative e come riutilizzare i risparmi che deriveranno da tale intervento, affermando, con fermezza, un principio irrinunciabile per tutti i sindacati: giù le mani dalla sicurezza dei cittadini e dai diritti dei poliziotti.
Nel momento in cui il presente articolo va in stampa non sono noti gli esiti degli sviluppi.
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