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Settembre-Ottobre/2014 - Interviste
Sindacato
Ridefinire le libertà sindacali
di Giovanni Lucifora

Gianna Fracassi (Cgil): «La sicurezza
è una priorità come la sanità e l'istruzione».
Invito al premier: dialoghi con i sindacati.
Con il Silp per superare la crisi e avanzare proposte


Segretaria confederale della Cgil da pochi mesi ha assunto la delega al Silp, il Sindacato italiano dei Lavoratori di Polizia.
Una delega che Gianna Fracassi - aretina di 48 anni, laureata in Giurisprudenza - ha accettato sapendo che questo incarico arriva in un periodo delicato per le Forze dell'ordine.

Sono arrivata in un momento di grande lavoro sindacale, non solo dal punto di vista economico ma anche degli interventi che si intendono fare per il Comparto Sicurezza. Un momento delicato che riguarda tutta la Pubblica amministrazione. Diciamo che siamo in una fase molto complessa.

Una fase complessa con aspre polemiche perché si è arrivati a ipotizzare lo sciopero delle Forze dell'ordine, nonostante ci siano problemi costituzionali.
Sarebbe necessario, anche alla luce della democratizzazione delle Forze dell'ordine, che si arrivasse a una ridefinizione di quelle che sono le agibilità sindacali. Questo è un punto che ci interessa affrontare.

Ma quali sono le libertà sindacali collegate alle Forze di polizia?
Essendo lavoratori, con le ovvie differenze rispetto ad altri, sarebbe ora che si iniziasse a riflettere sul tema della rappresentanza sindacale delle Forze dell'ordine e conseguentemente a quelle che sono le libertà che a queste sono connesse.
Quando si parla di rappresentanza sindacale bisogna dare anche gli strumenti per contrattare. In altri settori ci sono stati interventi di legge recepiti anche dai contratti sul versante delle limitazioni di alcune libertà sindacali incluso lo sciopero, penso ad esempio allo sciopero nei servizi essenziali. Abbiamo un'esperienza da questo punto di vista, su come coniugare alcuni aspetti della protesta o della mobilitazione con le specificità e le caratteristiche dei lavoratori.

Dunque uno sciopero diverso.
Certo. Un esempio che conosco molto bene è quello della scuola dove ci sono dei limiti. Non si può scioperare nella fase degli scrutini e degli esami. In questo caso prevale un interesse pubblico e non ritengo sia una limitazione allo sciopero. C'è un adeguamento di quel diritto alla specificità del settore.

Resta il fatto che la tensione è alta.
La protesta sul contratto del Comparto Difesa e Sicurezza, sul congelamento degli stipendi, purtroppo accomuna le Forze dell'ordine a tutta la Pubblica amministrazione.
Ci sono stati momenti di conflitto molto forte, ma trovo inaccettabile che questo venga tacciato come 'indecoroso' dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Forse l'ha detto in un momento di impeto però attenzione perché nella sua reazione non c'è solo il disconoscimento dei sindacalisti, ma c'è anche il disconoscimento delle istanze che questi portano avanti e che accomunano, guarda caso per la prima volta, un po' tutti.

Il premier ha detto di non voler subire ricatti...
Cos'é un ricatto? Perché definire una mobilitazione un ricatto? Trovo sia un concetto sbagliato, fermo restando che si può discutere, ma considerarlo un ricatto lo trovo inaccettabile.

I toni dunque sembrano accesi.
Vorrei si andasse oltre le dichiarazioni. Auspico che si possa trovare una soluzione, ma aggiungo che la soluzione può essere trovata solo all'interno di una vertenza sindacale che la Cgil sta' portando avanti da alcuni mesi e che riguarda tre milioni e mezzo di persone. Ci sono temi specifici ma poi c'è un tema generale che riguarda tutti i dipendenti pubblici.

Ecco appunto, il pubblico impiego. Gianna Fracassi lei ha fatto l'insegnante dunque proviene dal mondo della scuola.
In questo settore sono state annunciate delle novità anche positive perché la stabilizzazione di centocinquantamila precari non può che essere una cosa buona. Il problema però riguarda essenzialmente l'organizzazione del lavoro, le retribuzioni e la progressione economica. E' legittimo che il governo faccia delle proposte, ma quello che non è legittimo, e che troviamo ingiusto, è che si pensi di fare questa operazione con norme di legge saltando la negoziazione e la contrattazione.
Quindi se da una parte va bene la stabilizzazione, dall'altro bisogna fare attenzione perché la partita sul versante della scuola, come su altri Comparti, non può essere ridotto a degli interventi di natura legislativa. Ci sono degli aspetti che all'interno di un quadro contrattuale devono stare insieme, pensare invece di fare delle operazioni a pezzi si rischia di fare un pasticcio, oltre che fare un'operazione illegittima, perché c'è una norma di legge che divide e distingue le competenze contrattuali e le competenze legislative. Si tratta di una norma del 2009 che porta il nome di Renato Brunetta. E questa competenza che la legge ci dà noi la vogliamo usare perché è un nostro diritto.

Poliziotti che denunciano sempre maggiori difficoltà sia per mancanza di mezzi, sia per la carenza di formazione e di corsi di aggiornamento. Cosa si può fare?
Innanzitutto bisogna fare un'operazione verità. Noi il 6 agosto scorso insieme al Silp abbiamo organizzato una conferenza stampa per richiamare l'attenzione di tutti sulla necessità di intervenire sulle condizioni di vita e di lavoro delle Forze di polizia.
Abbiamo lanciato un allarme che dura da mesi sul fatto che quando si parla di spending review si deve fare riferimento alle reali condizioni del momento. Noi siamo molto preoccupati quando si effettuano tagli sulle grandi reti pubbliche e tra queste c'è anche la sicurezza della quale i cittadini hanno l'esigenza.
Nel momento in cui si annunciano novità con anticipazioni di finanziamenti, chiediamo di tenere conto, per quanto riguarda le Forze di polizia, che ci sono stati tagli pesantissimi in passato, non si è più investito per esempio sulle divise, sui mezzi e altro, ecco forse qui è necessario intervenire.
Ma non solo. Ritengo anche che la formazione del personale, in generale, sia fondamentale per lo sviluppo della professionalità. Oltre alla mancanza di soldi ci sono stati tagli pesantissimi, come quello nella finanziaria del 2011 sui fondi per la formazione. Questo vuol dire che il datore di lavoro, ossia lo Stato, non investe sulla professionalità. E' questo il messaggio che ne scaturisce.
Ci rendiamo conto che siamo in una fase economica difficile però alcuni punti di attenzione bisogna mantenerli, altrimenti non comprendo la retorica sul merito nel momento in cui non si forniscono gli strumenti per sviluppare la professionalità.

C'è anche da considerare il versante economico perché la sicurezza è un fattore di difesa dell'economia nel senso che se c'è la presenza delle Forze dell'ordine ci si sente più sicuri e la gente esce di più, spende di più, investe con maggior fiducia.
Infatti, in certi settori delicati l'obiettivo dello Stato deve essere quello della prevenzione e la prevenzione si fa attraverso risorse umane e risorse strumentali.

Però i soldi non ci sono, cosa fare?
E' necessario fare una seria riflessione sulle priorità e su dove si deve investire. E la Sicurezza è una priorità come ad esempio la Sanità e l'Istruzione.
Noi abbiamo presentato una campagna sulla legalità dove abbiamo dimostrato che è vero che le risorse non ci sono, ma è anche vero che ci sono delle risorse che non cerchiamo. Per esempio sull'evasione fiscale ci sono oltre 100 miliardi sui quali non possiamo contare.
C'è un costo della corruzione che i giornali spesso ci raccontano e che la Corte dei Conti ha stimato in 60 miliardi. C'è un’economia criminale che è sui 200 miliardi. Se pensiamo di recuperare solo il 10% di tutto questo si potrebbero recuperare, che so', 40 miliardi. Quindi si possono fare una serie di cose.

L'illegalità nel nostro Paese pesa come un macigno.
E' un costo che pesa su tutti. Dall'emersione dell'illegalità si possono sicuramente recuperare delle risorse. Da qui può arrivare una svolta, per questo la nostra campagna si chiama 'Una svolta per tutte'. Purtroppo ci sono forti titubanze, è paradossale che nel nostro Paese dove c'è un elevato livello di evasione fiscale non si agisca in fretta per reintrodurre ad esempio il reato di falso in bilancio.
Alcune volte è necessario sviluppare interventi di natura repressiva perché così si lancia un messaggio chiaro, come per il reato di autoriciclaggio. Un messaggio a chi crede di poter fare certe cose impunemente.
Ma non basta. L'Italia si è assunta l'impegno di sostenere alcune 'zavorre' come il fiscal compact che ci costerà molti miliardi. Auspico a questo punto una rinegoziazione di alcune misure che per noi sono troppo pesanti, spero che il Presidente del Consiglio lo faccia.

Cosa direbbe o chiederebbe al Presidente Renzi?
Gli consiglierei di imparare a confrontarsi con tutti. Mi sembra che non stia ascoltando le organizzazioni sindacali.

Qual'è la prima cosa in assoluto da fare nell'immediato per le Forze dell'ordine?
Da parte del governo incontrarle, incontro che lo stesso Renzi aveva annunciato ma che non sta facendo. Poi gli consiglierei di confrontarsi con le istanze sociali. Le rappresentanze sociali e del lavoro, come la Cgil, hanno un ruolo importante. Da questa fase di crisi non si esce da soli ma tutti insieme. Agire ognuno nel proprio campo con la propria responsabilità.

Qual'è il rapporto Cgil-Silp
Ci confrontiamo e incrociamo il Silp in numerose iniziative. Per esempio adesso stiamo ragionando con il sindacato dei poliziotti e con altre organizzazioni e associazioni sulle truffe agli anziani. Inoltre ci si incontra su questioni di carattere politico.
Il rapporto con un'associazione di Polizia che accoglie molti iscritti è un rapporto utile per noi perché ci permette di mettere assieme vari aspetti.

La Cgil poi è sempre in prima linea sulla lotta alla mafia. Cosa può fare un sindacato?
Una campagna che abbiamo avviato da poco va proprio in questa direzione. Noi su questo tema abbiamo una storia e un lavoro che portiamo avanti da anni, oltre al fatto che tanti sindacalisti della Cgil sono stati uccisi dalla mafia. Per noi quindi è un tema estremamente sensibile. E proprio per questo, e per il fatto che gli effetti della mafia si ripercuotono anche sul lavoro, intendiamo evidenziare ulteriormente che questo è un tema trasversale che riguarda non solo alcuni territori.
Per queste ragioni faremo un viaggio che abbiamo chiamato 'della legalità'. Si parte da Milano il 27 ottobre con un mezzo ben visibile e faremo delle iniziative concrete per sottolineare che, primo, bisogna passare dalle parole ai fatti con strumenti semplici. Secondo, bisogna evidenziare le buone pratiche territoriali che le nostre strutture attuano sul tema della legalità. Terzo, vogliamo tentare, anche dal punto di vista comunicativo, di dire alle persone che si tratta di una battaglia che riguarda tutti e non solo il versante repressivo. Sulla criminalità organizzata, sulla corruzione e sull'evasione, c 'è bisogno di una forte alleanza popolare.

Fin qui, Gianna Fracassi sindacalista, ma la donna come vive questa delega con il Silp che la lega alle Forze dell'ordine? Cosa si sente di dire agli appartenenti della Polizia di Stato?
Per il mio percorso professionale sono particolarmente interessata. Si tratta di temi molto interessanti attraverso i quali si parla di lavoro e non esclusivamente di sicurezza. Certamente sento una grande responsabilità e un grande entusiasmo.
Ai poliziotti, anche in questo difficile e complicato momento, mi sento di dire che la Cgil è presente non solo sulle rivendicazioni economiche, ma in generale con un'idea diversa del Paese. Un'idea alla quale tutti dobbiamo contribuire.

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