Il Campidoglio, uno dei sette colli d Roma, fu il più importante della città per la possibilità di difesa data dal suo isolamento e conteneva il celebre santuario capitolino dedicato a Giove, Giunone e Minerva, luogo di culto, unito con il Foro da una strada che immetteva al tempio dove avvenivano le gradi feste, sacrifici e trionfi imperiali.
La sistemazione odierna del Campidoglio venne effettuata da Michelangelo nel 1536 per volontà di papa Paolo III.
Su suoi progetti, Giacomo della Porta eresse il palazzo dei Conservatori e dei Musei Capitolini oltre ad una doppia scalinata. Il Vignola eseguì gli ultimi lavori di completamento.
Fronteggia l’importante piazza un’opera estremamente impegnativa di scultura: il monumento equestre di Marco Aurelio a dir del vero oggi si tratta di una copia esatta dell’originale custodita nei Musei Capitolini, è la sola nelle numerose opere del genere che ci sia pervenuta.
Non si hanno elementi per giudicare tale opera ma possiamo ammirare gli ampi piani del cavallo, il flusso delle pieghe del mantello e la testa della statua equestre in bronzo di Marco Aurelio risalente al 174 d. C.
L’imperatore raffigurato ed esposto nella Piazza del Campidoglio, Marco Aurelio Antonino era nato a Roma nel 121 d. C. da padre di origina spagnole, che occupava alte cariche pubbliche. Marco Aurelio fu educato in modo raffinato da professori di altra fama. Appassionatosi alla filosofia fu amante della pace ma dovette preoccuparsi delle situazioni nelle regioni di confine, minacciare da invasioni barbariche nel periodo in cui governò in maniera autonoma, e che finirono per occuparlo per tutto il resto della vita.
Nel 176 Marco Aurelio rientrò a Roma, dove gli venne tributato un grandioso trionfo.
Il bottino di guerra delle ultime campagne permise di riassestare il bilancio dello Stato.
All’eroe la statua equestre.
L’interesse per gli studi filosofici fu in Marco Aurelio molto alto, unito a quello politico, anche se considerò la filosofia come un sistema di vita. In questo senso egli considerò se stesso non un filosofo ma un cittadino del mondo, in lotta con i problemi della vita e della morte.
Questo amore per la filosofia non impedì a Marco Aurelio di essere un instancabile uomo d’armi, come dimostra la grandiosa opera di difesa da lui condotta oltre che un accorto statista.
Tra l’altro promosse numerose riforme e cercò di restaurare il valore della famiglia.
Convinto della necessità di preservare l’autorità dello stato imperiale, favorì le antiche forme di religione rinnegando il cristianesimo.
Dalla moglie Faustina, Marco Aurelio ebbe 11 figli tra cui Commodoro, essere incompetente che fu sospettato, forse a torto, di aver favorito per sete di potere, l’assassinio di un grande padre.
Marco Aurelio scrisse tra battaglie ed affari pubblici un libro di pensieri tra le maggiori opere della letteratura latina “Le Meditazioni”.
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