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Maggio-Agosto/2014 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Tradizioni e leggende
di Paola Rodorigo



Recenti scoperte hanno messo in luce scritti e documenti che formano notizie sull’antico popolo ebraico al di fuori del Vecchio Testamento. Tra questi vi sono una piccola tavola in pietra, assegnabile all’epoca di Saul o di David contenente notizie agricole del IX secolo a. C. e lettere nella Palestina scritte con inchiostro, in perfetto ebraico biblico, oltre che numerose iscrizioni su vasi, pietre di confine, tutte in ebraico aramaico.
Ma quando comparvero gli Ebrei nella storia? Intorno al XV o XIV secolo a. C. facevano parte di quel gruppo di tribù beduine di razza semitica che ancora ai nostri tempi conducono vita nomade nelle regioni desertiche dell’Arabia.
Di tanto in tanto alcune di queste tribù per vari motivi, come siccità, aumento di popolazione, minaccia di potenti nemici, si spostavano dal loro territorio e partivano verso la costa in cerca di nuova terra.
L’emigrazione degli Ebrei avvenne probabilmente sulla scia degli Hyksos, invasori dell’Egitto e la scelta cadde su una stretta regione mediterranea già abitata da popoli semitici, i Filistei e i Cananei.
Il nome che in seguito indicò tutta la regione “Palestina”, significa “Paese dei Filistei”, popolo che da tempo praticavano l’agricoltura e avevano raggiunto un alto grado di cultura, ma mancavano d’unità politica.
Gli Ebrei penetrarono in Palestina con le armi, sottoponendo alcune popolazioni locali.
Erano guerrieri, nati come riportato nel nome Israele, che apparve in una iscrizione egizia del 1225 a. C. che potrebbe significare “combattente”, ma anche “vincitore”.
Col tempo gli Ebrei assorbirono tradizioni, nomi e leggende delle popolazioni palestinesi.
La vita degli Ebrei nella nuova patria non fu facile, costretti a prendere le armi per fermare le numerose tribù beduine che cercavano di stabilirsi in Palestina o nelle zone di confine.
Gli Ebrei suddivisi in 12 tribù, corrispondenti a dodici figli di Giacobbe presero in nome di Israele.
Il capo di ogni tribù collaborò per creare un sentimento nazionale raccogliendo in se il potere militare, giudiziario e sacerdotale.
Attraverso le parole dei profeti, la Palestina acquistò una cultura rivoluzionaria, di rivolta che si rivolse contro il nuovo ordine, creato da Roma nel Mediterraneo.
Giovani intellettuali, predicatori e rivoluzionari insofferenti del dominio dei romani, giravano tutta la Palestina da un capo all’altro.
In questo clima si formò il cristianesimo.
Nel 66 d. C. esplose la rivolta contro i romani.
La storia degli Ebrei continua con una tragica storia di intolleranze e fanatismo.
Con lo svilupparsi della società mercantile cristiana gli Ebrei vennero esclusi dal commercio ed altre attività poiché presso i cristiani prestare il denaro ad interesse era considerato usura e furono gli Ebrei ad inserirsi in tale attività e per questo segregati dal resto della popolazione fino a procurare sanguinose persecuzioni.
Arrivarono al moderno Antisemitismo dal XVI secolo al XVII vi fu un vero esodo ci Ebrei dall’Europa. Ma fu soprattutto la rivoluzione francese con le sue idee di liberà, eguaglianza e fraternità a spezzare le condizioni di segregazione razziale.
Arrivando al 1938 il capo del nazional socialismo libero aprì la crociata contro gli Ebrei. Si apriva così una lotta senza fine il cui ricordo resterà a lungo nella coscienza europea.
Nel nostro Paese l’antisemitismo fu inesistente, gli italiani in genere si mostrarono solidali con gli Ebrei.
Le persecuzioni maggiori si ebbero nel 1943 ad opera dei nazisti che deportarono 2.000 Ebrei del ghetto di Roma dopo essersi fatti consegnare una somma in oro che non riuscì a salvarli.
Oggi il loro numero, dovrebbe aggirarsi intorno ai 12.000.000.
Centri dell’ebraismo sono ora lo Stato di Israele e gli Stati Uniti.







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