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Maggio-Agosto/2014 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Così inizia il “Milione” di Marco Polo da Vinegia
di Paola Rodorigo


“Incomincia il libro di messer Marco Polo da Vinegia che si chiama il “Milione”, il quale racconta molte novitadi della Tarteria e delle tre Indie e d’altri Paesi assai …”.
Qui ritroviamo la testimonianza del lungo viaggio, qui egli ha descritto i paesi che visitò, le persone, i costumi, le meraviglie che vide in Asia dove soggiornò per quasi venti anni.
Il Polo precedette nei secoli i moderni studiosi delle religioni orientali e sono incalcolabili i risultati della sua relazione di viaggio destinata a procurare una rivoluzione nel campo delle scienze geografiche.
Nato da una agiata famiglia di mercanti e viaggiatori, Marco aveva ereditato quello spirito avventuroso che aveva spinto il padre e lo zio in regini fino ad allora sconosciute.
Nel 1271, assieme al padre e allo zio, partì per un lungo viaggio.
Di questo viaggio Marco ci da testimonianza nel “Milione”, questa testimonianza preziosissima e stupenda inizia quando sbarcarono in arrivo a Venezia nel porto di Laiazzo, per proseguire attraverso l’America e la Persia seguendo un itinerario terrestre in gran parte desertica. Terminata la steppa Marco si trovò ai confini del Catai, l’attuale Cina.
Arrivati a Clemenfu, residenza estiva dell’Imperatore questi accolse i mercanti con grande cordialità dimostrandosi particolarmente generoso con il giovane Marco che adoperò per missioni ufficiali e personali sia nella capitale che in lontane province.
Fu insomma un agente personale del sovrano.
Dopo aver trascorso alla Corte del Gran Khan 17 anni ai tre si offerse l’occasione di ritornare in patria.
Nel 1295 i Polo rientrarono a Venezia dove Marco si trovò coinvolto in un’aspra battaglia tra Venezia e Genova finendo, come molti altri veneziani nelle carceri genovesi. Fu qui che il grande viaggiatore si decise ad ordinare i ricordi dei paesi e delle cose vedute dettandoli al suo compagno di cella Rustichello.
Dalla penna di questo toscano uscì quel “Livre des merveilles du monde” (in lingua francese) che in Italia ebbe il titolo di “Milione”… “Signori imperadori, re e duci e tutte le altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversità delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverrete tutte le grandissime meraviglie e gran diversitadi delle genti d’Erminia, di Persia e di Tarteria, d’India e di molte altre province. E questo vi conterà il libro ordinatamente siccome messere Marco Polo, savio e nobile cittadino di Vinegia, le conta in questo libro e egli medesimo le vide”.
Vi fu nella stesura in francese che, pur essendo del Rustichello, viene oggi riconosciuta opera di Marco Polo.
Il letterato toscano riportò sulla carta, con grande esattezza tutto quello che il navigatore gli dettò.
Nel 1309 la stesura in francese de “Il Milione” fu tradotto in italiano.
Marco Polo morì la sera dell’8 gennaio 1324 e fu sepolto in San Lorenzo, presso la tomba da lui fatta erigere per il padre Niccolò.
Su Marco Polo si parlò per tutto il Medio Evo fino ai giorni nostri, i suoi scritti, tanto fantastici sembrarono agli occhi dei contemporanei come racconti di avventure vissute e valorizzate con il passare del tempo.




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